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Fantasie sessuali e Perversione: differenza

‘Perchè sto pensando a questa cosa? Sarò per caso una pervertita?’ Queste domande, questi pensieri, si affacciano nella mente di molte persone, forse la maggior parte viene coperta dal genere femminile ma non manca una buona fetta del genere maschile che si interroga in tal senso. Ciò che invece mi chiedo, è se questi quesiti non siano dei piccoli bagliori che riflettono uno stato di disagio nel vivere la propria sessualità. Nel riuscire a condurre una vita sessuale piena e appagata, senza freni. Appena si pensa a qualche Fantasia erotica diversa dal solito nasce quella paura malsana del disturbo psicologico. E’ sempre più facile far crescere queste paure se si tratta di erotismo o sesso, in altri ambiti e contesti le paure non si palesano o sono quasi nulle. Cosa manca alla base? Manca la conoscenza di ciò che è la differenza tra Fantasie sessuali e Perversione. La cosa preoccupante sta nello scegliere fra il sapere e il negare, e purtroppo si opta sempre per la seconda. Si sceglie sempre la strada più facile, quella che crea meno analisi e meno prospettive. Una strada da anatomizzare porta verso il vizio e il proibito, e guai se proviamo a percorrere quel cammino. Si frena così quella voglia di sperimentare del sesso ‘diverso’ perchè si ha timore che possa piacere.

La Perversione non risiede nel voler provare nuove fantasie sessuali o praticare una nuova forma di sesso. La Perversione non è un immaginario erotico peccaminoso o scandaloso. La Perversione è uno stato patologico che domina la libido o il piacere. Se partiamo dal punto di vista della Fantasia erotica allora essa è esaltazione, arricchimento, eccitazione. Si può realizzare come non realizzare. La Fantasia erotica è un di più. La libido si scatena comunque anche se la Fantasia erotica non esiste. Differente è invece la Perversione. Si è Perversi se non si realizza una determinata fantasia e quindi non si riesce a scatenare la libido. In questo caso si perde il contatto con la realtà e si diventa dipendenti dell’ immaginazione erotica.

Due esempi basici che potrebbero far capire meglio la differenza. Una Fantasia erotica può essere il sesso in luoghi pubblici, magari con l’idea di essere visti o spiati che può dare il senso all’ eccitazione. Questa Fantasia arricchisce lo scenario erotico di una coppia e porta a godere del piacere in modo non ‘convenzionale’. Se, invece, questa stessa Fantasia diventa l’unico modo per ricercare piacere ed eccitazione perchè altrimenti non si avrebbe in privata sede, allora si tratta di Perversione. Immaginare una donna che porta i tacchi mentre si fa sesso può essere un gioco sensuale e piccante che stuzzica la libido e quindi una Fantasia. Se non li indossa non scatena nessuna libido o peggio ancora alla sola vista dei tacchi, solo in quel momento sfocia l’eccitazione, questa è una Perversione.

Ogni Fantasia fuori dal comune, ogni pratica sessuale non tradizionale, ogni scenario erotico diverso dal solito non è Perversione, ma consolida e intensifica la vita sessuale. Non confondiamo i disturbi gravi del carattere con una variegata espressione dell’immaginario erotico. Solo perchè culturalmente tutto sembra disturbare la naturale moralità di ognuno, allora si pensa che le Fantasie forti siano Perversioni.

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Atto di Libertà

Un atto di libertà è muovere la propria mente verso una dimensione in cui tutto è lecito, in cui tutto è proiettato alla soddisfazione completa, psichica e fisica. Sentirsi gratificati da quell’atto di libertà è sinonimo di ricompensa del cervello, che rilascia dopamina e altri neurotrasmettitori associati al piacere e al benessere. In quell’atto di libertà ci si abbandona completamente per arrivare ad un gradino superiore di espressione di se stessi. Questo è successo a due pornodivi, Rocco Tano in arte Siffredi e Anna Moana Rosa Pozzi in arte Moana Pozzi. Si è cercato di ‘studiare’ entrambi in due docu- serie mettendo sotto i riflettori il loro mondo, il loro essere umano e il loro essere sessuale. Due mondi sessualmente attivi in modo differente, non solo perchè sono di genere opposto ma perchè concepivano il sesso in due modi diversi e in altrettanto modo lo vivevano. Li accomunava però un unico denominatore: il loro atto di libertà. Si sentivano liberi di essere se stessi, senza sovrastrutture o ornamenti inutili.

Per Rocco Tano il faro fu dato, come per ogni bambino, dal mito di sentirsi un eroe ma non dall’armatura scintillante di un cavaliere di altri tempi, ma da quella di maschio che non frenava le sue voglie sessuali. Un eroe del sesso. “La dinamite fra le gambe” aveva un’unica miccia, la libertà del suo essere carnale e maschio. Il potere indiscusso di Rocco Tano che lo portò a trasformarsi in Rocco Siffredi fu l’essere reale in ogni sua forma sessuale. Rocco fu la raffigurazione del sesso reale. Glielo si leggeva negli occhi e glielo si vedeva nei movimenti. La sua fame era carnale, non la nascose ma ne fece il suo superpotere. Il suo essere pornografico venne alimentato non dall’amore o da una sensibilità all’amore, ma dalla bramosia carnale che lo dominava. La sua popolarità la si deve al suo atto di libertà nell’essere esattamente ciò che sentiva di essere.

L’atto di libertà di Moana Pozzi è mosso dall’amore per gli uomini. Questo è il punto di vista della docu-serie. Se con Rocco Siffredi si può avere una rispondenza concreta, con lei, che non c’è più, manca il riscontro reale. Quindi rimane il punto interrogativo sul realismo della serie. Il proiettore su Moana riflette il suo essere donna immagine con la voglia di essere qualcos’altro oltre che pornodiva. Il suo fare sesso, la sua pornografia, erano edulcorati dall’erotismo e dalla sensualità che la contraddistinguevano. Moana faceva sesso con chi la guardava, ovvero con l’obiettivo della telecamera. La sua libertà era dettata dalla voglia di piacere ed essere terrena. Sentirsi terrena era la sua forza, perchè godeva del desiderio che leggeva negli occhi di chi la osservava. La sua fama sicuramente venne dal suo essere vera e reale.

Questi atti di libertà fanno paura alla gente. Questi due personaggi facevano e fanno paura alla gente. Esprimere i propri desideri sessuali e reali fa paura alla gente. Le loro docu-serie, la loro rappresentazione reale, sconvolgono il senso del pudore del paese. Ecco perchè difficilmente si accetta un atto di libertà!

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Lo sguardo maschile

Le immagini e le storie che hanno gravitato e gravitano tutt’ora attorno al tema del sesso e dell’erotismo manifestano una caratteristica che ha sempre accompagnato l’arte occidentale: il punto di vista è prepotentemente maschile. Lo sguardo maschile o ‘male gaze’, come viene definito dalla critica cinematografica Laura Mulvey, è stato linfa attiva con sorprendente continuità. La tradizione pittorica europea ha vissuto la donna nel contesto erotico attraverso stereotipi di origine maschile, che le hanno dato attribuzioni di ruolo come: la seduttrice, l’amante, l’innocente, la strega, ecc.. Da questo dovremmo dedurre tutti quei luoghi comuni sulla donna che si sono tramandati per generazioni. Luoghi comuni che purtroppo detengono il primato anche nel 2024. Lo sguardo maschile è insito in testi biblici, che continua ad avere una influenza non da meno, anzi, alimenta accese discussioni.

Lo sguardo maschile al tempo della pittura di Tiziano leggeva il corpo femminile e la sua esteriorità erotica come il corpo di donne amanti o prostitute, il cinismo era imperante anche se si prospettavano segnali precoci di liberazione femminile, con ipotesi che potessero trattarsi di cortigiane colte. L’unico punto di vista purtroppo era dato dal committente dell’opera, che era maschio, e rispecchiava la sua considerazione deformante e imperfetta della donna, ma era esclusiva visto che si aveva solo quello a disposizione per scrutare la vita delle donne in quel contesto. Lo sguardo maschile addossava quella disinvoltura tipica della donna prostituta alle donne raffigurate nei dipinti. Insomma per lo sguardo maschile la donna era la femme fatale. Con il tempo lo sguardo maschile dirige la sua interpretazione verso una donna sposa e procreatrice. Ma l’occhio malizioso continua a vedere la femme fatale come quella letale. Donna dalla fama avventuriera, senza scrupoli. Se si pensa al dipinto di Lucrezia Borgia di Bartolomeo Veneto, un cronista la definì “la maggior puttana che fusse in Roma”. Sempre più presente nelle opere è la donna con un’inclinazione pericolosa. Un’astuta seduttrice da cui guardarsi, che non ha alcun tabù. Mentre gli uomini vengono rappresentati come vittime di inganni. In altre parole la donna davanti lo sguardo maschile è una trappola per la sua morale.

In definitiva, lo sguardo maschile pone la donna come oggetto sessuale, quasi fosse lecito guardarla in modo sessualizzato. Lo sguardo maschile rende la donna spettacolo del desiderio maschile. Il male gaze non solo lo si trova nell’arte, ma anche nel cinema e nella letteratura, e lo si può rintracciare anche sui social.

Lo sguardo maschile silenzia la donna e modella la donna a proprio piacimento.

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Scoperta di se stessi

Più volte nei miei articoli ho parlato di sessualità, di pratiche sessuali, di educazione alla sessualità, di sdoganare tabù perchè ci limitano, e ci tengono legati ad una realtà piena di condizionamenti, ma ci siamo mai chiesti se conosciamo veramente noi stessi e il nostro corpo? Abbiamo mai fatto un percorso alla scoperta di noi stessi? Abbiamo viaggiato tra i meandri del nostro corpo ed esplorato ogni insenatura? Sembriamo essere padroni del nostro corpo, lo alleniamo in palestra, lo portiamo a dedicarsi alle passioni anche più estreme, lo sottoponiamo a regimi alimentari considerevoli, eppure ci siamo mai dedicati a conoscerlo veramente? Ci siamo presi del tempo per ‘studiarlo’, per capire come reagisce ad uno stimolo o ad una vibrazione? Abbiamo mai messo impegno per arrivare alla conoscenza di ciò che desidera? L’ assurdità risiede nell’ investire tempo e voglia a creare legami sociali, a gestire relazioni più o meno intime, ma senza avere la comprensione di se stessi, dei propri bisogni, dei propri desideri. Avere la consapevolezza di se stessi attraverso l’arte dello scoprirsi è il primo passo da fare. Ma come succede di solito l’essere sociale è portato alla ricerca di un nuovo amico, di un nuovo amore, di nuove persone con cui comunicare per non sentirsi solo. Perchè la strada più facile è quella più percorsa? Correre una maratona senza allenamento fisico, emotivo e mentale, è possibile? E allora perchè avvicinarsi agli altri senza l’esplorazione personale risulta essere la rotta che si segue? Un passo da fare, forse il primo passo, è quello di uscire dal bigottismo fatto di non insegnamento e non conoscenza. Il bigottismo deriva da una mancanza di comprensione, apertura mentale o consapevolezza delle proprie convinzioni. Palpare se stessi consente di sviluppare una mentalità più aperta e tollerante verso punti di vista diversi.

Avete mai pensato che la scoperta del nostro corpo è frenata dalle paure? La paura del giudizio. La preoccupazione su come gli altri (o anche noi stessi) possono percepire il nostro corpo. La paura dell’insicurezza. Sentirsi insicuri riguardo al proprio aspetto e alle proprie imperfezioni. La paura dell’intimità. La paura di non accettarsi o essere accettati durante esperienze intime. La paura del dolore o del disagio. Apprensione sulle sensazioni fisiche sgradevoli durante l’esplorazione del proprio corpo. La paura dell’ignoto. Il timore di ciò che si potrebbe scoprire. Ma la domanda che ci si pone davanti a questa lista di paure è: “vuoi superarle?”

E quali sono i diversi modi per esplorare e scoprire il proprio corpo? La masturbazione consapevole che aiuta a conoscere le preferenze e i desideri. L’esplorazione tattile, grazie alla quale si toccano le diverse parti del corpo in modo consapevole, carpendo sensazioni e reazioni. Lo Specchiarsi e l’osservarsi, comprendendo e accettando il proprio corpo. Tutto questo rispettando i propri confini personali, che sono le linee guida che ci fanno sentire a proprio agio.

Trascurare e sottovalutare la scoperta e l’esplorazione del proprio corpo blocca la comprensione approfondita di se stessi. Limita il benessere individuale.

Siete sicuri di avere conoscenza e padronanza del vostro corpo o vi state solo nascondendo rifugiandosi in una bell’ involucro modellato come argilla?

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Ribelle si nasce

Vivere in punta di piedi è sempre stato caratteristica di donne con il fuoco dentro. Quell’avanzare così delicato e mai sopra le righe, quell’andamento felpato, morbido, che contraddistingue la loro arte. Un modo di giocare con le parole o con il pennello che diventa la firma della loro esistenza. Essere donne con acume ed intelletto e per di più con una dote artistica era considerato inappropriato. La donna doveva stare ai margini della società e sempre più dietro alla figura maschile, mai accanto e mai e poi mai in prima fila. La società ti additava, ti bullizzava, ti utilizzava. Una condizione che non fermava la propria natura artistica ma sicuramente la metteva in ombra.

Scrittrice di opere che rompevano alcune restrizioni della società nei confronti delle donne. Giornalista, attrice e critica teatrale, Sidonie-Gabrielle Colette viveva dietro il nome e la figura del marito. Sui suoi scritti non vi era il suo nome bensì quello del marito. Un marito che sapeva come sfruttare il suo ruolo di maschio e uomo. Un marito che prende i meriti e le lodi della società. Un marito che sfrutta e utilizza l’estro della moglie. Un marito che si indigna davanti la ribellione della moglie. Poteva mai una donna la cui fiamma arde dentro di lei starsene al buio? Il fuoco della ribellione lo si ha dentro dalla nascita, non si accende all’improvviso. Lo si riconosce come cenere ma appena ci si lascia andare la cenere prende fuoco e divampa. Colette infuriò nell’essere scandalo. Divenne simbolo della società libertina parigina. Riscattò e rivendicò la propria identità artistica e sessuale.

Pittrice di occhi grandi incastonati su visi piccoli infantili. Occhi che portavano un velo di tristezza. Forse quella stessa tristezza che portò se stessa a nascondersi dietro la figura del marito. I quadri di Margaret Ulbrich in Keane furono spacciati per opere dipinte dal marito. Un marito convinto che una donna artista non poteva mai avere credibilità nella società. Un marito che sfoggia la sua arroganza di finta paternità dei dipinti con gli occhi grandi, quello stesso marito che sfrutta la bellezza delle opere non sue per farne un business. Contrapposto a questa figura maschile una donna, Margaret, che continua a vivere attraverso la sua arte fin quando la ribellione che soffocava dentro non prende voce, una voce che fa eco.

Far conoscere al mondo ciò che è la nostra natura è faticoso, ma se si nasce con quel sentimento di ribellione allora tutto prende la forma del progresso positivo. Ribellarsi per sentirsi liberi di esprimere il proprio essere non deve spaventare. Ciò che deve far paura è vivere la propria vita dietro le quinte.

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L’ arte erotica: Venere di Urbino di Tiziano Vecellio

Una donna nuda, volutamente seducente, distesa su un letto disfatto in una posa naturale e con un unico tratto pudico, la sua mano a coprire il pube, è il dipinto di arte erotica che prendo in considerazione.

Pelle candida e morbida in ogni sua curva. Occhi che guardano fisso chi la potrebbe osservare. Sguardo che la donna usa per affascinare lo spettatore. Sguardo che parla in modo inequivocabile di una donna sicura e consapevole della sua bellezza. Bellezza che prima o poi scomparirà, perchè il tempo se la porterà via, come si nota dal mazzo di rose che tiene in mano. Parte di esso è già privo di alcune rose lasciate cadere sul letto, simbolo della precarietà della bellezza fisica.

Ciò che rimarrà saranno i legami costruiti e le relazioni consolidate, come evidenzia la presenza di un cagnolino rannicchiato ai suoi piedi.

La donna è la dea Venere, colei che è simbolo di femminilità ed erotismo allo stato puro senza alcun elemento volgare. Non si copre, pur avendo il lenzuolo a portata di mano. Non sfugge allo sguardo di chi la guarda. Risulta essere provvista di una singolare sensualità. Lasciva in modo quasi innocente. Il carattere della Venere di Tiziano è molto più provocatorio rispetto ad altre Venere finora dipinte. L’osservatore è esso stesso oggetto di attenzioni del soggetto dipinto. Come se si instaurasse un gioco seduttivo tra la protagonista e il pubblico.

La Venere di Tiziano si mette in mostra. L’ambientazione domestica ritratta nel dipinto non ha alcuno sfondo teatrale o scenico, non dà l’idea del palcoscenico, bensì di una realtà intima e quotidiana. Eppure la donna esibisce il suo fascino senza veli. Il corpo della dea Venere viene messo in evidenza dai colori che usa Tiziano. Colori chiari, luminosi e caldi, associati a colori scuri, ombreggiati e freddi. Questo sodalizio tra i colori mettono in risalto il corpo e la pelle chiara della dea. Quasi eterea ma così reale e carnale da considerarla una donna che si può incontrare ovunque. La Venere dipinta da Tiziano si allontana da quel messaggio di mito e si avvicina all’essenza di una donna terrena. Anche per questo tutti gli elementi erotici e sensuali diventano palpabili, veri e reali. In questa Venere l’innocenza e l’essere provocante si mescolano creando un gioco sensuale e allentante, tanto da essere la Venere più replicata dell’epoca da altri artisti. Il messaggio del dipinto è chiaro. La vita coniugale, la necessità della fiducia e la dimensione erotica, portano l’opera ad avere uno scopo educativo.

Questo dipinto mette in auge l’importanza della dimensione erotica nelle relazioni sentimentali.

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1990 e 2023: trova le differenze!!

2023, sembrano semplici numeri eppure indicano l’anno in corso. Negli anni ’90 quando pensavo a questi numeri come periodo in cui avrei vissuto immaginavo macchine volanti, libertà di espressione, libertà fisica, mentale e sessuale. Insomma fantasticavo su un mondo evoluto a cui aspirare. Sicuramente raffigurare un mondo del genere era più facile che viverci, ma non era per nulla contemplato arrivarci e vedere che la libertà è fittizia e ciò che si vuole fare o dire segue i dogmi dell’apparenza. I tabù sono rimasti tabù, le polemiche su come uno si mostra si sono amplificate. L’erotismo e la sessualità continuano a fare scandalo. L’ipocrisia galoppa come un cavallo indomabile. La differenza di genere prosegue il suo cammino in modo sempre più radicato.

Per rafforzare e confermare il discorso fatto fino ad ora, voglio evidenziare ciò che mi è accaduto sul social più popolare ad oggi, Instagram. Instagram permette di sponsorizzare e pubblicizzare i contenuti che si creano. Per promuovere contenuti devi richiedere l’assenso di Instagram. Ho seguito tutta la procedura e dopo 24h la mia inserzione viene rifiutata con la motivazione ‘contenuto per adulti’, in altre parole non rispetta le Normative della società Meta.

Negli anni ’90 con ‘contenuto per adulti’ si intendeva la rivista Playboy, oppure film a sfondo esplicitamente sessuale, o ancora video pornografici e testi che rimandavano ad evidenti azioni sessuali. Nel 2023 immagini o foto che ritraggono una donna vestita con capi tutt’altro che succinti, ma che evidenziano piccole porzioni di pelle senza alcunché di sconcio, scandaloso o sfacciato, sono considerate ‘contenuto per adulti‘, sono considerate allusive e sessualmente provocatorie. Nel 2023 la rivista Playboy smette di esistere, la si può trovare solo in formato digitale. Nel 2023 vocaboli che rimandano alla sessualità vengono bannati dai social. Termini che si trovano nei libri di anatomia non possono esser scritti perchè andrebbero contro le linee guida del social. Nel 1990 l’educazione sessuale non era considerata tra i banchi di scuola. Nel 2023 non solo non è inclusa ma esiste una confusione che è figlia di comportamenti ambigui e discriminatori.

Se dovessimo fare un’analisi attenta, in 30 anni purtroppo si è rimasti ad una condizione statica e in alcuni casi si è anche regrediti o peggiorati. Di certo riguardo i punti di vista suddetti non si è avuto un aumento del livello qualitativo. Difficile trovare differenze tra i due periodi. Di sicuro nel 2023 ci sono più elementi su cui soffermarsi, ma è anche indubbio che la mancanza di conoscenza e la persistenza di moralismi obsoleti lasciano intatto il 2023.

“Le idee sono come i bambini. Non basta averli, bisogna anche farli crescere.”
(Daniel Picouly)

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Un passo in avanti

Possiamo mai abbattere una concezione radicata ormai da secoli sulla disuguaglianza uomo e donna? E’ possibile superare il macigno che ci sovrasta da millenni in cui l’uomo, solo per il fatto di essere maschio, si deve ritenere superiore a tutti e in particolar modo a quella parte della società che è nata femmina?

Lungi da me aprire con questo articolo un dibattito. Non voglio minimamente polemizzare su fatti accaduti o su persone più o meno note che dicono la propria su questi fatti. Ma il mio intento con questo articolo è riflettere su quanto accade ogni giorno, sui comportamenti umani, magari considerando il tutto da un punto di vista antropologico.

Prima di tutto bisogna partire dalle definizioni altrimenti non si capisce di cosa si parla. Per cultura patriarcale si intende un sistema sociale in cui l’uomo/maschio possiede il potere e il controllo sia nella vita pubblica che privata, colui che nell’ambito familiare esercita l’autorità sulla moglie e sui figli. Letteralmente patriarcato vuol dire legge dell’uomo. Per maschilismo si intende la convinzione di una presunta superiorità dell’uomo sulla donna. Con sessismo si decreta una valutazione delle capacità intrinseche delle persone sulla base dei loro ruoli sessuali, una discriminazione fondata sul sesso dell’individuo.

Con tali premesse dovremmo essere in grado di dare una definizione ad ogni comportamento umano che vediamo. Certo è che l’inferiorità della donna al giorno d’oggi in alcuni campi non viene più contemplata. Nella società odierna la donna sembra aver conquistato un ruolo funzionale e importante rispetto a tanti anni fa. Ma nel campo sessuale sembra essere ancora ferma a mille anni fa.

Una donna non si può permettere di dire la sua su desideri, su erotismo, sul sesso, sulle emozioni, perchè altrimenti è una poco di buono, è una troia. Una donna non può essere in disaccordo con le avance di un uomo perchè altrimenti non si vestiva e non parlava in modo provocatorio. Una donna non può condividere fantasie e voglie sessuali perchè altrimenti se l’è cercata. Più la donna esce fuori dal suo guscio e si allontana da quella ideologia sessista più viene considerata colpevole di attirare violenze, abusi, soprusi, verbali o fisici. Più la donna si ribella, manifesta il suo dissenso, esprime il suo essere uguale all’uomo, più l’uomo tende e tenderà sempre ad affermarsi e a prendere con forza e prepotenza il suo ruolo di superiorità. Che sia giovane o maturo l’uomo non riconoscerà il volere della donna.

In ballo esiste anche qualcos’altro nei comportamenti degli uomini nei confronti delle donne, che sembra non essere correlato eppure è alla base. C’è un’arrogante mancanza di educazione sessuale. Ognuno dovrebbe crescere con un bagaglio culturale sul sesso e sul piacere. Dovrebbe capire di cosa tratta il sesso, di cosa vuole il piacere. Sin da adolescenti ognuno dovrebbe avere chiaro cosa è il desiderio e cosa è l’eccitazione. Che differenza c’è tra vedere un porno e vivere la realtà. Eppure invece che essere d’accordo sul puntare a correggere comportamenti deleteri attraverso una educazione sessuale, ci si nasconde sempre di più dal mondo sessuale.

Riflettiamo e non traiamo sempre conclusioni stereotipate.

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I film che sottolineano la realtà

Con questo articolo voglio partire dall’analisi e dall’interpretazione personale di un film, Vicini di Casa di Costella, per arrivare a come di solito si vive e si pensa il sesso. Difficilmente l’erotismo è stato toccato dalla sfera cinematografica italiana. Di solito o si pone l’argomento sulla comicità o lo si affronta solo per scopi commerciali senza sviscerarlo e guardarlo alla lente d’ingrandimento. Vicini di Casa sembra ricalcare l’ambientazione del film Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese.

Tutto si svolge dentro le quattro mura di casa. Una coppia invita a cena un’altra coppia. Entrambe sono etero, unico e solo punto in comune dato che per il resto sono agli antipodi. La coppia che apre le porte della propria casa è la tipica coppia sposata ormai stanca di tutto, che discute per qualsiasi cosa e che prende tutto come pretesto per non trovare alcun punto d’incontro. Una coppia che vive l’amore solo ricordando i momenti passati, un amore che non ha con se gesti di affetto e ancor meno una vita sessuale attiva. Una coppia che è talmente abituata a ‘sentire’ ciò che fanno gli altri che non si chiede il perchè sia arrivata ad avere al suo interno due persone quasi estranee. La coppia che entra in casa è rappresentata dai loro vicini, da coloro che abitano nello loro stesso palazzo, quindi non lontano da loro, ma che orbitano nel loro stesso ambiente fisico. Questa coppia non è sposata ma l’amore che provano l’uno per l’altra si legge dai loro movimenti, dai loro sguardi e dal loro essere complici. Una coppia fuori dagli schemi tradizionali, il cui legame è presente anche e soprattutto sotto le lenzuola. Una coppia che vive il sesso libero da qualsiasi pregiudizio o tabù. Una coppia che abbraccia il sesso ponendolo su un livello che va oltre l’immaginazione. Una coppia che pratica il sesso assiduamente, e che lo fa anche con l’aggiunta di altre persone.

Il sesso visto dalla coppia che ospita è quello conservatore, che esiste in nome dell’amore, quell’amore ormai dimenticato. E’ un sesso razionalizzato, carico di stereotipi, cliché e tabù, pieno zeppo di indici puntati e parole nemiche dei comportamenti sessuali. Il sesso visto dalla coppia invitata è ricco di vita vissuta, di intesa coniugale, è libero di esprimersi in tutti i modi possibili. Questa contrapposizione non solo si nota dal modo di parlare e dal comportamento ma anche da cosa indossano. I primi hanno un abbigliamento gessato e serioso, i secondi disinvolto e provocante. Anche la casa sembra rispecchiare quell’amore ormai stantio e chiuso in un passato che non tornerà più. Sembra riflettere un eros ingabbiato, un erotismo sempre sotto controllo che non deve superare alcun confine ben stabilito. Una sessualità pietrificata, gelida, congelata. La coppia che si affaccia in questo ambiente così chiuso invece sprizza calore da ogni poro, dal sorriso alle chiacchiere, fino ad arrivare alla proposta. Proposta che incuriosisce ma che viene subito allontanata e denigrata, che viene quasi violentata da quel giudizio continuo che la società usa come ossigeno.

Attraverso il film l’erotismo non viene ridicolizzato o mitizzato. Bensì viene preso e posizionato davanti ad uno specchio. Ecco perchè spesse volte i film sottolineano la realtà, e diventano i testimoni di quella stessa realtà.

L’amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta il sesso può suggerire delle ottime domande”. (Woody Allen)

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Fluidità sessuale: la scelta del non definirsi!

La sessualità è stata sempre ingabbiata in schemi rigidi e inflessibili. Tutto doveva rispondere ad un preciso ordine schematico. Tutto doveva percorrere un iter ben preciso. Eppure il piacere non ha un orientamento rigoroso. Tutto ciò che esce fuori dagli standard prefissati della società viene guardato con distanza o addirittura viene censurato. La disapprovazione è dietro l’angolo soprattutto quando si parla del mondo sessuale. Oggi sembra esserci più tolleranza o accettazione, ma siamo sicuri di questo?

Se vi dicessi che la scoperta del piacere e del modo di viverlo dovrebbe essere libero da qualsiasi restrizione, cosa mi rispondereste? Il piacere non è un dovere o un obbligo e deve indirizzarsi verso un modello conosciuto. Il piacere si fonda su un termine che al momento viene usato per qualsiasi desiderio non tipico, il vocabolo è fluido, in altre parole mutevole.

Di fluidità ne parlò negli anni ’50 il sessuologo statunitense Kinsey, dicendo che non tutto si deve ridurre a due fazioni, quella dell’eterosessuale e quella dell’omosessuale, ma ‘l’orientamento sessuale umano non è binario ma fluido e soggetto a molte variazioni nel corso della vita’. Kinsey all’epoca con i suoi studi sradicò il pensiero conservatore e bigotto che condannava quelle pratiche sessuali soggettive e personali che si allontanavano dal sesso coniugale finalizzato alla procreazione. Purtroppo il pensiero di oggi, nel 2023, sembra essere ancora tradizionalista anche se si è consapevoli che il mondo sta andando verso una fluidità. A volte è più forte di ogni essere umano convivere con questa evoluzione o meglio realtà di fatto. Con Kinsey si parlò di legittimare la bisessualità, la masturbazione, il sesso extraconiugale e altre pratiche sessuali ritenute vergognose. Siamo sicuri che oggi tutto questo sia ammissibile? Siamo certi che oggi dogmi religiosi, pregiudizi, scarsa informazione e scarsa conoscenza del proprio corpo si sono superati? Se per Kinsey all’epoca ci furono condanne perchè accusato di istigazione al libertinaggio e all’adulterio, nonostante il suo dire era basato su ricerche e studi, oggi come oggi non c’è nessuno che metterebbe in dubbio l’acconsentire di questi orientamenti e comportamenti sessuali?

Il concetto di fluido mette in evidenza diverse sfumature. Come i colori sono fatti da tonalità diverse che si distanziano dal colore preciso, anche nel mondo sessuale tutto risiede in sfumature più o meno sganciate dalle etichette. Termini che fanno parte del linguaggio fluido sono evoluzioni del concetto gender come cisgender, transgender, transessuale, genere non binario, genderqueer, genderfluid, agender. Esiste anche il termine eteroflessibilità, in altre parole una persona che pur essendo eterosessuale si sente attratta da persone del suo stesso sesso senza essere contemplata come bisessuale o omosessuale.

In conclusione, a quanto detto io rispondo nel seguente modo: “già si fa fatica a leggere un libro erotico e a discuterne, figuriamoci a comprendere la fluidità sessuale”.

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Alla ricerca dei propri Sensi Ribelli: domande e risposte

Quando si pongono domande si ha sempre un doppio fine: il primo quello di soddisfare la curiosità, il secondo quello di conoscere meglio chi si ha davanti. Per questo rispondere alle seguenti domande mi ha regalato la possibilità di inquadrare meglio la mia scrittura, il mio modo di essere e non per ultimo il mio modo di pensare.

Buona lettura.

Chi è Simona Iannini e perchè scrive di erotismo?

Sono una Donna che ha guardato dentro di sè. Una Donna che ha osservato se stessa allo specchio scoprendosi e leggendo varie sfumature di sè. Una Donna che ha scelto di mettere nero su bianco ciò che è l’immaginario erotico, ciò che sono le fantasie erotiche. Quelle stesse fantasie che si affacciano alla mente ma che non si lasciano vivere e a volte si zittiscono. Scrivo di erotismo perchè è la parte di noi più nascosta e mai ostentata. Perchè è sempre presente da quando ci si riconosce incorniciando la nostra personalità. L’erotismo è uno dei nostri volti e ci caratterizza.

Che ruolo gioca l’amplificazione dei sensi nel viaggio di riscoperta di Luna?

I sensi sono il motore dell’introspezione fatta da Luna. I sensi guidano Luna verso un’evoluzione, verso una maggiore consapevolezza di se stessa. Portano Luna ad identificarsi. Per tutto questo, l’amplificazione dei sensi è fondamentale per dare un significato a tutto ciò che prova, sente e le accade.

Credi veramente che spingersi oltre ogni limite per raggiungere un nuovo piacere sia sempre qualcosa di positivo? Non si può rischiare di diventare ossessionati e condizionati da ciò?

L’ambizione sana non fa altro che farci superare i limiti, nel lavoro, negli obiettivi che ci prefiggiamo, nello sport, nella vita in genere. Perchè allora quando si parla di sesso o di erotismo tutto si deve limitare? Perchè il piacere deve essere circoscritto ad un solo ambiente o ad un solo pensiero? Spingersi oltre ogni limite in campo sessuale, mantenendo la lucidità e l’equilibrio, apporta emozioni nuove che rendono piccante l’essere abitudinario. Raggiungere un nuovo piacere è sempre positivo perchè aumenta tassello dopo tassello la conoscenza di se stessi. La comprensione di se stessi sta alla base di ogni rapporto sano. L’ossessione o la dipendenza può sfociare in qualsiasi cosa facciamo, sta a noi usare la testa e non portare nulla ad essere una patologia. Non si può pensare che essendo in un ambito sessuale allora tutto debba rispondere a deviazione o perversione. Proviamo a guardare l’erotismo con con un binocolo o con una lente di ingrandimento piuttosto che guardarlo ad occhio nudo in modo superficiale.

L’esperienza che Luna vive al party non può essere condizionata dalla spettacolarizzazione della vita a cui ci sottopone la nostra società e perciò anche dalla spettacolarizzazione del piacere? E quindi ricavare piacere già solo dal fatto che gli altri osservano ciò che fai?

Esiste un piacere ancora più sottile di quello che si fa per gli altri, ed è quello che guida il nostro piacere attraverso gli altri. Gli altri diventano un mezzo di emozioni per noi stessi. Noi godiamo del desiderio degli altri, non del nostro salire sul palco. Spettacolarizzare il piacere non è altro che esibirlo, metterlo sotto i riflettori, dargli l’importanza che merita. Il piacere diventa ossigeno che fa vibrare ora gli spettatori ora i protagonisti, che si scambiano in modo continuo i loro stessi ruoli. Luna è l’esempio di Donna che gode di se stessa guardandosi con gli occhi del pubblico. E non penso che tutto questo sia condizionato dalla società, bensì dal nostro stesso volere.

Ricercare questa esperienza di esibizione può nascere dall’idea di essere autori, in modo inconscio, di qualcosa di cui si ha pieno controllo, a differenza della vita in cui spesso ci ritroviamo a subire le circostanze?

Freud diceva che l’inconscio è l’insieme di impulsi che non affiorano alla coscienza di noi individui. Quindi avere un desiderio di esibizione è qualcosa di incontrollabile ma che è fondamento del nostro sentirci appagati. In definitiva una parte di noi ricerca continuamente momenti, occasioni, per far vivere l’inconscio. Non credo che la voglia di esibizione derivi da qualcosa di cui si ha pieno controllo, ma a mio avviso scaturisce da un incontenibile appetito. Più si brama un desiderio più si fa di tutto per esaudirlo.

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L’ arte erotica: le Tre Grazie di Peter Paul Rubens

Nel Sei e nel Settecento l’arte subisce dei cambiamenti. L’arte erotica diventa attenta a ciò che è naturale e a ciò che è vero. Sia la pittura che la scultura non raccontano più storie ma comunicano emozioni e sensazioni di tipo mondano, legate alla frivola vita dei nobili del tempo. Tutto sembra respirare di nuovo. La sensualità si apre ad una libertà che non aveva mai provato prima.

Uno dei massimi esponenti di quest’arte libera da ogni preconcetto fu Peter Paul Rubens.

La sua arte venne considerata la quintessenza della carnalità e dell’erotismo. I suoi dipinti mostrano ritmo, energia, movimento e impeto. Lui prediligeva le figure femminili e dava loro una inconsueta sensuale fisicità. Dipingeva una bellezza femminile diversa dai canoni precedenti. Le forme delle donne diventano prosperose, le carni rosate e floride, il tutto sottolineato da una nudità gioiosa e piena di vita. Le donne delle sue tele avevano e hanno tutt’ora un valore reale perchè reale era la loro fisicità. Rappresentava la pelle ora con gonfiori e pieghe, ora tesa o compressa, proprio come nella realtà. Assecondando i sensi, Rubens amplificava la sensazione del tatto.

L’opera di Rubens che voglio prendere in considerazione ha come titolo le Tre Grazie. Tre donne grate alla vita e felici per essere protette dalla natura ma non del tutto consapevoli. L’erotismo che si evidenzia in questo dipinto non è dato solo dalla nudità florida ma anche dal tatto. Le tre donne usano le mani e la posa dei corpi in modo naturale tanto da sembrare realistiche. Le donne presentano segni evidenti di cellulite, pieghe e rotondità, tutto finalizzato a celebrare una bellezza fisica reale, genuina e non virtuale. Le Tre Grazie raffigurano una danza, simile alla danza della vita. Disegnare in modo sinuoso il corpo della donna per Rubens era alla base del suo concetto di bellezza femminile. Il trionfo della carne e della sensualità dei corpi delle donne era l’eco della felicità e della vitalità che l’artista possedeva. Il dipinto mostra una morbidezza che porta ad avere la voglia di toccare. L’opera è così reale che sembra scatenare degli impulsi erotici in chi osserva.

Le Tre Grazie sono state dipinte da vari artisti in diversi periodi, ma quello che rende ancora più significativa la raffigurazione di Rubens è il modo di interpretare il libertinaggio che in quel periodo faceva da padrone.

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L’arte erotica: Ritratto di Simonetta Vespucci di Piero di Cosimo

L’arte erotica seguiva il periodo in cui si esprimeva. Nel Medioevo con l’avvento del Cristianesimo si assiste ad una condanna generalizzata della sessualità e ad una restrizione nel modo di esercitarla. Purtroppo in questo periodo si demonizza la carne e il corpo, assimilandoli a luoghi di depravazione e di peccato, togliendo loro qualsiasi dignità, specialmente per il corpo femminile. In questo periodo si parla di donna peccatrice e tentatrice, di peccati capitali e in particolare di quello della lussuria. La lussuria era raffigurata come una donna demone e veniva scolpita sulle pareti delle chiese, a ricordare che la donna era satana. La chiesa rifiutava qualsiasi carnalità e non mancava di ricordarlo attraverso pitture, disegni, sculture e raffigurazioni in genere. Nonostante questa visione negativa da parte della chiesa, esisteva comunque un immaginario medievale che considerava l’erotismo e la sessualità da un punto di vista positivo. Basti pensare alla rappresentazione di alcune scene del Decameron di Boccaccio. Nel corso del Medioevo con l’avvento della poesia cortese e cavalleresca, il carattere sensuale ed erotico dell’amore si mostra modificando anche i ruoli dei generi. Se prima l’uomo era il corteggiato ora diventa lui il corteggiatore. Se prima la donna era oggetto di proprietà ora viene adulata, venerata, lusingata. Ed ecco che la Donna viene rappresentata nella sua nudità, dando valore a quel corpo che non solo serviva alla maternità ma che era oggetto di desiderio erotico. Pitture che portano la donna in bella vista. Il seno della donna si svela affermando il suo potere erotico.

Nel Rinascimento il seno viene mostrato con naturalezza e consapevolezza. Il seno riveste un ruolo erotico e sensuale senza eguali. Simonetta Vespucci venne celebrata per la sua attraente bellezza dopo il matrimonio con Marco Vespucci. Firenze ne fu ammaliata e Piero di Cosimo ne raffigurò il fascino. Divenne l’icona della bellezza, con quel suo incarnato chiarissimo e i suoi lineamenti puri. Il pittore fonde l’avvenenza di Cleopatra con quella di Simonetta. Il seno svelato non stride, ma è simbolo di quell’appariscenza femminile che il periodo ricerca. L’erotismo è dato da un seno lieve, pallido e appena accennato, sul quale striscia il simbolo del peccato, il serpente. La posa della donna favorisce la visuale dello spettatore dandole un valore in più. Una delle ipotesi di studio su questo dipinto è il simbolo della vanità. La vanità ha in sè parti di erotismo. L’esposizione o l’esibizione del seno non è del tutto privo della stessa vanità. Non vi è un vedo e non vedo, ma la femminilità della donna viene ostentata e messa in piazza.

La rappresentazione dell’esaltazione dell’amore fisico diventa la chiave dell’erotismo nei dipinti rinascimentali.

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Aprire il vaso di Pandora

Ormai sapete che la mia penna va al di là del mero significato dei termini. Che si spinge oltre ciò che è l’interpretazione superficiale e che si estende verso riflessioni che abbracciano filosofie diverse. Insomma sapete che la mia scrittura vive di realtà velate, a cui cerca in modo naturale di scostare quel velo che oscura la visuale a 360 gradi. In questo articolo il mio inchiostro nero scoperchia il Vaso di Pandora.

Il mito del Vaso di Pandora ha come protagonista Pandora, una donna astuta e molto curiosa, e il Vaso che simboleggia una parte occulta perchè chiusa. Pandora, disobbedendo agli ordini del marito, apre il Vaso regalato da Zeus. Dal Vaso escono fuori i mali dell’umanità e fra tutti anche il vizio e l’avidità. Con questa metafora oggi voglio essere Pandora che in modo curioso apre il Vaso. Il Vaso in questo caso ha come raffigurazione un sito d’incontri extraconiugali.

“In Francia tutte le riviste parlano di adulterio. È diventato uno stile di vita”, dice Truchot. “Quando si è infedeli ci si sente rassicurati a sapere di non essere i soli”. Il sito per eccellenza ‘dell’adulterio assistito’ porta il nome di Gleeden. La sua nascita risale a circa 14 anni fa. Continua ad avere successo perchè il vizio, la lussuria, l’avidità sono i desideri inconfessabili dell’essere umano. “Il nostro servizio – continua Truchot – non è che un facilitatore”. Mette in contatto persone accompagnate, sposate o single che cercano evasione senza la certezza del lungo termine, senza la speranza di trovare l’anima gemella, ma solo il desiderio di coinvolgimento sessuale. Troppo effimero? Si può darsi, ma il sesso è diventato un mordi e fuggi e questo sito ne è un esempio. Gleeden si distanzia dagli altri siti sessuali perchè gli uomini per chattare pagano. Quindi ti senti quasi al sicuro di trovare uomini signorili e di grande spessore. Invece è tutt’altro. I vizi capitali sono tali perchè tirano fuori parti celate e oscure. Gleeden apre le porte ad uno zoo fatto di uomini e donne con istinti velati. Il dire che l’apparenza inganna vale anche per questo sito. Ovviamente tutto sembra essere mosso dalla sincerità, dal buon costume, dal fine comune, ma dietro ad una semplice evasione virtuale esiste il desiderio di incontro fisico e sfogo altrettanto fisico. Si parla di affinità e di complicità solo per arrivare all’incontro e decidere se il sentirsi ‘animali sessuali’ è condiviso. Il sito porta a buttar giù barriere che difficilmente nella quotidianità si abbattono e tutto quello che si cerca è sfamare i più primordiali istinti sessuali. Il virtuale è contemplato solo nella misura dell’approccio a volte originale, spesse volte semplice e stanco. La stanchezza deriva dalla sempre minore offerta femminile e dalla maggiore competizione maschile.

Il sito sembra a portata di donna. Una donna sicura di sè che sceglie la trasgressione per evadere dalla propria vita ufficiale. Questo è lo slogan del sito. Sicuramente il sito porta la donna a chiedere, mostrarsi e volere ciò che non ha nella vita di tutti i giorni, ma non è a favore delle donne. Se esistesse il favore allora esso deriverebbe dall’incontrare un uomo che va al di là delle aspettative maschiliste, e dato che è improbabile il favore si ripiega nella speranza di riuscire a trovarne uno che risponde agli stessi obiettivi.

L’uomo Gleeden è l’uomo che si nasconde anche da se stesso. Non ammette a se stesso che tutto quello che vuole non è intavolare una conversazione erotica ma solo arrivare al dunque nell’atto sessuale. Tutto sembra molto ripetitivo. Nessuno fa differenza. Nessuno investe tempo nel relazionarsi. La sfortuna dell’uomo Gleeden sta nel non riuscire a dire che vuole sesso e basta. Ha paura lui stesso di essere giudicato ‘materialista’.

Le donne Gleeden vengono considerate isteriche, arroganti, deluse e brutte, ma la loro sfortuna sta nel non riuscire ad essere se stesse e dire cosa cercano.

Questo sito evidenzia la continua frustrazione che risiede nei confronti del sesso. La continua ricerca di sesso al di fuori dei rapporti quotidiani. Se anche fosse questa la trasgressione più ambita, accettare che si vuole fare sesso con più uomini e donne senza alcun legame, neanche un minimo di considerazione umana, farebbe la differenza.

L’uomo passa da un grado di innocenza ad uno di feroce consapevolezza, ma difficilmente riesce ad assumersi le responsabilità delle scelte fatte.

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L’arte erotica: Il ratto di Proserpina

Ed ecco cimentarmi in una nuova rubrica, che non vuole essere una lezione didattica, dato che basta leggere i libri per avere informazioni ‘scolastiche’, ma ha l’intento di conoscere l’erotismo da un’altro punto di vista, quello rappresentato dall’arte.

La sfera erotica rientra a pieno titolo negli aspetti primari della vita di un individuo, anche se a volte non la si prende in considerazione. Proprio perchè l’erotismo assume un significato e un valore rilevante l’espressione artistica in vari momenti storici ha dato il suo contributo. Ogni artista trasferisce nelle sue opere il proprio vedere e sentire e anche nell’arte erotica avviene ciò. L’erotismo è una idea, un concetto personale. Il desiderio, la passione, l’amore, il tradimento, il dolore, sono tutte espressioni che possono essere raffigurate. Per questo l’arte dal canto suo le ha usate e le usa a suo piacimento. L’erotismo oscilla tra l’eccitazione che porta ad una elevazione intima e la lussuria più sfrenata. Picasso diceva che tra erotismo ed arte non c’è alcuna differenza, quindi coincidono. Il contenuto manifestato da un’opera d’arte può veicolare un messaggio, che mette in luce particolari aspetti della sessualità, della passione, dell’amore, dei sentimenti. Il desiderio sessuale è slegato dalle ragioni del cuore. L’eros nasce nell’armonia tra istinto e creatività. Senza l’eros non può esistere la vita, grazie ad esso viene concepita. Molti artisti hanno saputo rappresentare l’associazione delle passioni del cuore e quelle della carne. Uno fra tutti Gian Lorenzo Bernini.

La prima opera d’arte che voglio analizzare per il suo messaggio erotico è la scultura di Bernini ‘il Ratto di Proserpina’.

Voglio soffermarmi sull’abilità dello scultore nel raffigurare le mani dell’uomo nella sua maggiore rappresentazione virile. Le mani di Plutone hanno una elevata carica erotica nel pretendere ciò che ha rapito. Le dita affondano nella carne sensuale e morbida della giovane fanciulla Proserpina. La figura vigorosa e muscolosa di Plutone trasuda una sfrenata energia sessuale, quasi come se stesse possedendo la donna in quell’istante. Il soggetto maschile viene rappresentato in tutta la sua mascolinità. Quella passione che nasce dall’interno per sfociare in azione. L’artista ha voluto consapevolmente raffigurare il momento fuggevole attraverso la posa, il corpo e l’espressione. La passione sessuale è così fugace che è difficile coglierla, eppure il Bernini l’ha raffigurata nella furia erotica di Plutone. L’erotismo è sottolineato anche dai due corpi che formano un vortice. E la bramosia erotica è suggerita dalle linee d’ombra e dagli occhi del dio degli inferi.

L’arte erotica rende visibile il desiderio.

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I Tabù fanno stare tranquilli?

Sdoganare Tabù vuol dire liberare la mente da vincoli prescritti, tramandati e culturali. Ma il punto su cui mi vorrei soffermare in questo articolo è un altro. Siamo sicuri di voler liberare la mente da questi Tabù? In altre parole, siamo certi che la comodità di averli non serve a proteggere da battaglie morali e sociali? Superare ideologie ormai radicate, far crollare muri che sono eretti da tantissimo tempo, non solo risulta non semplice, ma la volontà di fare ciò non sempre è così forte. Quando si parla di sesso, di sessualità, di educazione sessuale, tutto sembra dirigersi verso la vergogna, il timore, la paura di dire la propria. Quindi, cercare di capire un mondo lontano da se stessi non è semplice, anche perchè il desiderio di farlo non è sempre autentico e curioso se è presente, mentre quando è assente diventa ancora più difficile. Bisognerebbe chiedersi il perchè è assente. Se si volessero fare delle ipotesi si potrebbe dire che tutto nasce dal non voler mutare la propria condizione di essere pensante. Il cambiare idea su un argomento porta a porsi verso quel tema in accordo o in disaccordo e quindi prendere una posizione. Assumere un atteggiamento porta ad esporsi in un verso o nell’altro e per questo non si vuole finire sotto i riflettori, sopratutto su dimensioni che sono ostiche da digerire. La coscienza della società sembra essere talmente aggrappata al non accettare l’eterogeneità del pensiero tanto che sono sempre le stesse persone a spingere verso una cultura varia, persone che non solo capiscono e si informano ma che vogliono sentirsi complete.

I Tabù fanno stare tranquilli? Il sentirsi protetti è il primo desiderio che smuove l’essere umano. Quando qualcosa esce fuori dalla propria comfort zone ci si sente persi, quindi ci si stringe in modo quasi morboso a ciò che fa sentire tranquilli e sereni. E’ vero che tutto ciò che è proibito sembra avere un fascino particolare e stuzzicante, ma mettere in discussione la propria immagine davanti agli altri è la paura maggiore, quindi ci si limita solo a guardare i tabù e lasciarli dove sono. Appena si gira lo sguardo ci si accorge che altri stanno guardando verso una stessa direzione e allora perchè fare di testa propria, perchè continuare verso una strada che ci fa stare soli quando è più comodo percorrere la strada che fanno tutti? Continuare a tenere gli occhi chiusi fa stare al sicuro. La scelta di farlo non è imposta ma è data da se stessi. Si preferisce vivere nella proibizione di dire, di fare, di pensare tutto ciò che viene considerato ‘pericoloso’. Pericoloso per chi? La società improntata su una cultura poco incline all’espressione libera sessuale difficilmente troverà il modo per allontanarsi da schemi e veti. Proprio per questo ci si rifugia nella tranquillità del pensiero comune. Non fare, non dire e non pensare per il buon costume. La visione del buon costume è solo una corazza. Un’armatura che piace e che non si vuole togliere.

Quindi alla domanda i Tabù fanno stare tranquilli? La risposta, mio malgrado e purtroppo, è SI. Una conclusione amara per chi vive tutto nella più libera voglia di esprimersi come vuole.

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L’innaturale Monogamia

Quando si parla di Monogamia sembra quasi inutile soffermarsi a pensare se esiste in natura o meno, perchè è talmente radicata nella cultura e nella mente umana che la risposta sarebbe sempre Si. La maggior parte delle persone risponderebbe che essere Monogami fa parte dell’impegno preso in una relazione, che il rispettare quell’impegno non ha margine di discussione. Credere alla Monogamia spesse volte risulta essere sinonimo di controllo. Sentirsi padroni dell’altra persona, definirsi quasi proprietari di un essere umano, incorniciano i contorni della Monogamia. Altro elemento da considerare è la gelosia che purtroppo diventa linfa della Monogamia. Quindi tutto sembra andare verso una sola direzione, la Monogamia è un costrutto della società, una forzatura. Ciò che di naturale esiste è il desiderio di reinventare la coppia, un’azione che porta a vivere la relazione con un’apertura mentale maggiore. Ci sono talmente tante forme di vivere la coppia che non contemplano la naturalezza della Monogamia. Dallo scambismo alle coppie liberali, in cui si hanno rapporti sessuali con altre persone. Dalla polisessualità al poliamore gerarchico, in cui si passa dalla non esclusività sessuale a dare un valore di importanza graduale alle coppie create. Tutte queste forme hanno un comune denominatore, il consenso dei protagonisti.

Se l’uomo è un animale sociale, se l’essere umano è fatto per stare con le altre persone, perchè la Monogamia è accettata al livello di coppie ma non a livello di relazioni di amicizia? In altre parole, se dovessimo seguire i dogmi della Monogamia anche per tutto il resto avremmo solo un amico, parleremmo solo con quell’amico, vivremmo tutto in modo molto limitativo. La Monogamia risulta una scelta innaturale perchè altrimenti sarebbe presente in ogni ambito della vita. Perchè allora una scelta così forzata da vari elementi è diventata l’unica scelta ammissibile in una società? Forse perchè si è talmente masochisti che si preferisce rimanere ciechi e sordi di fronte alle proprie inclinazioni naturali. Secondo un biologo evoluzionarista non è possibile che un essere umano trovata la persona ‘giusta’ non provi per il resto della sua vita un’attrazione per un altro essere. Biologicamente si è portati a desiderare altre persone, ma con la Monogamia si soffocano i desideri. Questo comportamento, diceva Freud, esprime un disagio che trascina verso la nevrosi. Un aspetto su cui riflettere è la Monogamia dei giorni nostri. E’ una convenzione etica, morale e culturale del momento fino a che una persona non divorzia o si lascia per avere altri rapporti, viene da sè che non si sta parlando di spontaneità o naturalezza Monogama ma dell’unico modo di trovare una parvenza di stabilità e di sicurezza che rende la vita più serena e felice. La Monogamia non contempla la scoperta di sè ma è vista come un rifugiò in cui assicurarsi il proprio posto. Scoprire se stessi porta ad aprirsi mentalmente e a far sì che la relazione stessa si apra a più visioni e si scopra in più orizzonti.

Ma se proprio non ci si vuole spostare dal termine Monogamia, allora perchè non cambiare prospettiva? Perchè non vedere il cerchio semiaperto invece che completamente chiuso?

Ancora convinti che la Monogamia sia una cosa naturale?

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Freni inibitori

I freni inibitori sono un vero e proprio soffocamento degli istinti naturali. I freni camminano mano nella mano con il timore del giudizio, di come si appare e di quello che la gente può dire. Spesse volte i freni abbracciano la paura di svelare una parte di noi stessi che si vuole tenere nascosta ai propri occhi. Non è un caso che i freni inibitori vacillano quando arrivano dall’esterno stimoli come bere un bicchiere di vino o una birra, oppure quando ci si trova immersi in un’atmosfera festosa in cui tutto diventa nebuloso. Sigmund Freud fu il primo a parlare di freni inibitori chiamandoli leggi morali che frenano le azioni. L’ essere umano è portato a dominare le proprie azioni, per il buon senso, per una coscienza mossa dalla ragione, per un benessere personale e altrui. Siamo certi che perderli non regali felicità? Ci siamo mai chiesti quando questi freni inibitori non devono esistere? Cosa comporta eliminare questi freni in alcune occasioni o stili di vita? Sicuramente i freni, come dice la parola stessa, non fanno altro che tenerci legati a certi dogmi, tradizioni o cultura, pur volendo liberarsi da queste catene essi con il tempo diventano macigni ancora più grandi e pesanti, perchè il comportamento deve essere sempre integerrimo. Ma per chi? Per chi ci comportiamo in tal senso? Per noi stessi o per chi ci osserva? Siamo sicuri di valutare se è giusto averli o meno?

Uno dei momenti in cui i freni inibitori devono perdere il loro potere è durante la vita sessuale. La sessualità non dovrebbe essere vissuta con alcun freno, dovrebbe librarsi ad ali spiegate. Di solito per annullare i freni l’alcol diventa un’arma potente, quasi come se anestetizzasse dal resto che ci circonda e da noi stessi, così da non farci pensare a niente e portarci ad agire d’impulso. Se si riflette a quando entriamo in questa condizione quasi tridimensionale, si ammette che la soddisfazione e l’appagamento acquisiscono un valore importante e superiore rispetto alla norma. Però il più delle volte la vergogna diventa figlia del non agire istintivamente e quindi è più facile vivere a metà tutto quello che si desidera. Affidarsi a stimoli esterni come il bere per vivere appieno il sesso, può sfociare in patologia portando squilibrio alla persona stessa. Di solito si giustifica più una condotta del genere che una voglia sessuale. Il perbenismo è padre del vivere a metà. Sembra che i freni inibitori cristallizzino la vita, pianificandola a tavolino con step e regole che piacciono più alla società che a se stessi. E’ l’uomo stesso a censurarsi e a non allentare questi freni interni. Pudore, riservatezza, inibizione, imbarazzo, sono tutti freni inibitori. Di solito si parla senza conoscere ciò che si dice, ma comprendere il significato dei termini è il primo passo per scegliere di vivere una vita appagata. Non voglio entrare nella sfera dei problemi sessuali perchè non sono una studiosa della psiche umana ma una cosa semplice e anche banale da considerare è come tutti i blocchi sessuali derivino da freni inibitori. Sono loro che guidano la vita sessuale e sono ancora loro che annientano la libertà sessuale.

Quindi la mia domanda è: “siete sicuri di vivere senza raccontarvela, o in altre parole, senza ipocrisia?”

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Un Centro che ti guida nella combinazione delle tessere del tuo puzzle

Essere puzzle vuol dire essere un incastro perfetto di tasselli che vivono di vita propria, ma uniti prendono ancora più valore tanto da creare un disegno unico. Quando si trova qualcuno di cui fidarsi e su cui affidarsi, il nostro essere puzzle non solo rimane intatto ma viene valorizzato dalla passione e professionalità di chi ti aiuta. Io ho avuto il privilegio di essere stata accompagnata da Maria Cristina, Vittoria, Sandra, in quella che è stata l’esperienza sensoriale e ristrutturante del mio puzzle. Ogni tessera è stata toccata, coccolata, risvegliata, rimodellata. Essere entrata in un Centro del genere è stato come ritrovare quell’equilibrio esteriore ed interiore allo stesso tempo. Il Centro è esso stesso un insieme di tessere, come lo è il lettino su cui tutto avviene, come lo sono i cosmetici che ti aiutano nel fine e come lo è il metodo di cui si avvale il Centro. Un metodo che raggruppa diversi step. Fasi che uniscono varie tecniche. Tutto verso un unico obiettivo, sentirsi giovani senza portare i segni del tempo. Nessun trattamento estetico, nessuna attività fisica, o nessun controllo alimentare, preso da solo porta a vivere in maniera armonica, ma se si combinano come tessere di un puzzle allora si vive uno stile di vita impagabile. Il Centro prende per mano e porta a sbloccare ogni scusa mentale, diventa il mezzo con cui si arriva a guardarsi allo specchio e vedere che gli anni trascorsi ci hanno maturato ma senza che il nostro volto li rilevi. Quando entri in quella cabina, trovi non solo un lettino innovativo ed una beauty specialist a tua disposizione ma assapori un ambiente in cui il tempo si ferma e ti riporta indietro. Assaggi una realtà fatta di sensi e di sensazioni che ti aiuta a prendere padronanza del tuo corpo abbandonandoti a ciò di cui ha bisogno. Questo Centro si avvale di un metodo che non si ‘appiccica’ addosso come colla ma si adegua alle tue esigenze soggettive. Il brand che porta questo Centro può essere uguale ad altri Centri sparsi per l’Italia ma esistono elementi che lo differenziano. In primis le mani che ti toccano, quelle mani che percepiscono il tuo corpo e le sue necessità. In seconda battuta l’umiltà con cui le varie figure che orbitano nel Centro si approcciano. Nessuno è in grado di promettere miracoli, loro ti guardano negli occhi e ti dicono con estrema sincerità cosa ti serve per mantenere quell’intesa esteriore ed interiore che il trascorrere del tempo e delle abitudini tolgono. Terzo ma non ultimo elemento, è il sentirsi a proprio agio perchè la loro guida si sintonizza con noi persona.

Lo scetticismo è insito in ognuno di noi ma se non provi come fai a dire che quel cibo è gustoso al tuo palato?

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Sensi Ribelli: 10 curiosità!

Chi è Luna?

Luna sono io. Ma puoi essere tu che leggi. Può essere la tua vicina di casa, ma anche tua sorella o cugina. Luna è una parte di noi!

Dove vive Luna?

Siete mai stati in Svizzera? Avete mai assaporato i suoi colori, la sua atmosfera, la sua essenza che va oltre ogni aspettativa possibile? Luna vive in un cantone della Svizzera. Chissà quale!

Che lavoro fa Luna?

Lavora nell’arte. Ama l’arte in ogni sua forma. Occupa un ruolo di rilievo. L’arte è il collante di una conoscenza in particolare, e di eventi che accadono intorno a lei.

Quando scopre i suoi Sensi?

In un momento della sua vita Luna prova ad esplorare attraverso i suoi Sensi. Ma quale Senso usa per primo? E quale Senso le piace di più? E’ tutto da scoprire!

Perchè i suoi Sensi si chiamano Ribelli?

Perchè sono senza freni, senza condizioni mentali, senza catene. Avete mai provato a liberare la mente da ogni restrizione? Si superano limiti che portano a conoscersi in profondità.

Chi sono i personaggi oltre a Luna?

Sono diversi e ognuno di loro ha una personalità ben definita. Ciascun personaggio diventa facilmente assimilabile da parte di chi legge, tanto da arrivare ad immedesimarsi.

Il libro ha qualcosa di reale?

Si. Il libro tratta argomenti e situazioni verosimili. Tutto è plausibile proprio per questo non si tratta di un fantasy.

Cosa vuol dire libro erotico?

E’ un libro in cui la sessualità, l’eros, il sesso, sono elementi di vita quotidiana che camminano insieme ai personaggi.

Nel libro c’è trasgressione?

Si. La trasgressione fa parte della ribellione. Il non rispetto di alcuni comportamenti tradizionali non è negativo, anzi in alcuni casi ha una valenza evolutiva dell’individuo stesso.

Qual è la parte più piccante del libro?

Ogni capitolo ha il suo grado di erotismo, ma quello che risulta essere un’ esplosione di eccitazione è quello che porta il titolo ‘Party’.

Queste dieci curiosità danno qualche informazione in più su Sensi Ribelli. Per chi volesse prenotare il libro, in attesa della sua uscita fisica sul territorio nazionale, può cliccare https://www.edity.it/store/product/sensi-ribelli—preorder.html

Oltre ogni ragionevole considerazione, nulla è impossibile. I limiti sono solo nella nostra mente, basta sbloccare la visione e tutto appare possibile.

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Outercourse: un termine nuovo per una pratica nota

Letteralmente Outercourse vuol dire ‘rapporto esterno’, in altre parole associato alla sfera erotica si intende un insieme di pratiche sessuali senza penetrazione. Con l’ Outercourse si riscopre un modo di vivere la sessualità stimolando il desiderio e portandolo ai massimi livelli. A volte si perdono quelle sensazioni che derivano dal piacere inteso con la mente. La sessualità sembra risolversi nella mera penetrazione e lasciare sopite tutte quelle emozioni che derivano da intensi baci o dal sesso orale o da pratiche di masturbazione di vario genere, o dallo sperimentare forme più giocose. La penetrazione è sempre collegata alla sensazione di prestazione perdendo di vista in alcuni casi il valore aggiunto del dare e provare piacere. Se si esclude quell’ansia continua del prestare attenzione a godere solo con la penetrazione si pone molto più interesse a tutto ciò che ruota intorno all’eros. Per alcuni risulta quasi un pensiero fisso fare sesso nel modo più tradizionale possibile ma si è mai osservato il piacere? Lo si è gustato da vari punti di vista? Se tutto questo venisse considerato, la monotonia della vita sessuale che molti sentono si trasformerebbe in voglia di sperimentare. La visione della sessualità a 360 gradi porta a ridurre il sesso solo ad una pratica, quella usuale e conosciuta, e fa perdere di vista le nuove emozioni che derivano dal corpo. Il corpo e la mente cambiano con il maturare degli anni e ciò che prima rispondeva in un modo ora potrebbe reagire in un altro. Più ci si allontana dal pensiero della penetrazione più i sensi si riattivano e diventano i ricettori del piacere. La conoscenza del proprio corpo e dell’altro non dipende solo ed esclusivamente dalla penetrazione. Anzi, da quella si ottiene una sola sensazione che scompare dopo qualche minuto. L’altra faccia della medaglia che la sessualità dovrebbe rincorrere è proprio il vivere tutto in modo amplificato eliminando la più convenzionale pratica. Il sesso senza penetrazione per alcuni viene considerato un rifacimento del petting, quella pratica sessuale che si faceva in età adolescenziale, considerato sesso acerbo e incerto, di coloro che vogliono scoprire senza arrivare al dunque. Chi lo dice che il dunque è la penetrazione? Chi dice che il piacere è sinonimo di penetrazione? Lo dice chi non sa cosa vuole dire Outercourse. Il sesso senza l’assillo della penetrazione può raccogliere una serie di pratiche creative di cui non si sa nulla. Gli stessi sessuologi puntano sul dare libero sfogo all’immaginazione e alla fantasia, abbattendo quelle dicerie che recitano così: “più la penetrazione è profonda più la donna sente.” Purtroppo tutto sembra essere vissuto come arrivo al traguardo come finish, rappresentato dalla penetrazione e dall’orgasmo. Prima si arriva alla conclusione prima si è soddisfatti. Ma quella soddisfazione sarà stata espressa in ogni sua forma? Il corpo risponde in vari modi se viene sollecitato e messo in condizioni per esprimersi, allora perchè non provare?

Non avere creatività nel sesso fa rischiare di sentirci insoddisfatti o addirittura frustrati. Non servono pratiche estrose basta solo aprire la mente sulla base di quello che ci piace.

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Mon Privè: Il gusto del sesso orale

Eccoci al dilemma del sesso orale. Donne che a volte si sentono ‘sottomesse’ in questa pratica. Altre donne che lo fanno perchè fa piacere al partner ma di base non piace a loro stesse. Alcune che lo fanno a metà senza una conclusione ma per dare un contentino così da non avere altre richieste dall’uomo. E poi esiste anche una fetta che non lo pratica affatto. Per l’uomo invece fare e ricevere sesso orale è un ‘biglietto da visita’. Quasi fosse un modo per conoscersi ancora più profondamente e intimamente. Praticare sesso orale, che sia da parte dell’uomo o della donna, aumenta il desiderio e crea un certo legame. Non è il gesto in sè ma è ciò che avviene. Il sapore di una persona è strettamente legato alla persona stessa. Il gusto intimo e in questo caso genitale è unico e cammina insieme all’uomo o alla donna. Assaggiare la carne, il godimento, il profumo di una persona crea una connessione fisica non comune, perchè ognuno ha un sapore proprio. Il sesso orale diventa un processo relazionale che unisce chi lo pratica.

Approcciarsi al sesso orale di solito avviene come primo rapporto intimo in fase adolescenziale o giovanile, sia perchè non si vuole arrivare subito alla penetrazione e sia perchè la curiosità è insita. Quindi lo si prende come gioco, come prima esperienza sessuale. Ma con il passare degli anni e della maturità cambia il senso con cui si pratica. Diventa un’amplificazione sensoriale e la si vive in modo passionale. Non si pensa alla scoperta fanciullesca ma alla voglia di avere una parte del partner, tanto che chi lo fa sente le stesse sensazioni ed emozioni di chi lo riceve, in altre parole gode. Tutto questo avviene se la testa è libera da qualsiasi costrizione o pregiudizio. Se la mente non è vincolata da tabù. Il sesso orale a volte viene considerato sporco e il più delle volte non viene considerato per niente pratica sessuale a se stante, con un suo valore. Per alcuni sono preliminari, per altri la conclusione di un incontro sessuale. Ma se venisse visto come una pratica che porta ad un godimento condiviso? Se fosse un’attività singola che vive per il gusto e il piacere di farlo e di riceverlo? Si potrebbe anche scoprire che tutto ciò che si considera sporco non è altro che frutto di un educazione o di una mentalità e che quella pratica piace tanto da essere un elemento basilare e imprescindibile in una relazione. Il sesso orale è forse la prima attività sessuale che scinde l’amore dal sesso. Si equivoca e si confonde sempre quando si parla di sesso, dato che esso non cammina di pari passo con l’amore. Il sesso orale prende quasi le sembianze di quello che è il potere del piacere. Il sesso orale non è passività allo stato puro, come non è dominio o sottomissione. Il sesso orale è libertà di vivere il piacere con la bocca e il gusto.

E ricordate, il sesso orale è l’atto sessuale che coinvolge più sensi possibili.

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Nel sesso si è Protagonista o Spettatore?

Quante volte ci si chiede se parlando di sesso o di erotismo si viene giudicati come malati o perversi o addirittura depravati? E quindi il più delle volte si sta zitti per non apparire come libertini oppure come bigotti. Sembra quasi che non ci sia una via di mezzo tra chi vuole parlare, colloquiare, confrontarsi, intervenire, partendo dalle proprie esperienze o preferenze, e chi invece vuole ascoltare, osservare e farsi una idea senza condividerla. La continua ansia o paura di essere giudicati umani di facili costumi o in modo eccessivo malati di sesso, sicuramente crea una frustrazione conscia o inconscia. Di solito si trovano scuse e giustificazioni nel voler non parlare di sesso. Dalla più banale che abbraccia il senso della privacy alla meno usata che considera tale tema proprietà degli addetti ai lavori, come i sessuologi. Una fetta di pubblico può anche non essere protagonista per la scarsa conoscenza che ha del sesso, ma rimane ignorante purtroppo per la mancanza di stimolo ad informarsi. Essere Protagonista nel sesso, sia nel parlare di esso che nel viverlo, porta la persona a conoscere meglio se stesso. Non solo prende più consapevolezza di sè, ma usa un modo di comunicazione che lo conduce ad un appagamento soggettivo, in relazione con se stesso e con gli altri. Essere Spettatore nel sesso, può avere una nota positiva, se tutto quello che si osserva diventa incentivo per vivere meglio la propria sessualità. E’ sempre più difficile riuscire ad esporsi perchè c’è uno spauracchio di fondo. Ovvero non voler dare materiale proprio alla gente e magari anche allo stesso partner. Ma si è sicuri che questo modo di fare protegge la persona stessa? Si è certi che il sentimento di ansia non abbia come matrice una incapacità di abbandonarsi al sesso o all’erotismo? Chi è Protagonista non ha gli occhi puntati sulla gente, ce li ha su di sè, in modo anche egoista. Lo Spettatore, invece, immagina come può risultare se stesso agli occhi della gente, e quindi rimugina. A volte ha persino paura di provare sensazioni nuove e si frena nel dire e nel fare. Il Protagonista appare, lo Spettatore svanisce. Avere una propria idea sull’erotismo, vivere attraverso un proprio stile sessuale, pensare al sesso in modo del tutto soggettivo, tutto questo non allontana chi ci circonda e non porta noi stessi a piacere di meno o di più. Ma è un tassello in più verso la conoscenza della persona. La vergogna e il senso di privacy sembrano camminare mano nella mano quando si parla di sesso. Ma se solo si aprissero gli occhi degli Spettatori verso una interpretazione umana e sensoriale dell’erotismo e del sesso, timore e senso di intimità non farebbero sentire incatenati.

Nella stessa Bibbia si parla di sesso. Il Cantico dei Cantici, per esempio, non contiene solo l’affermazione della bontà terrena del rapporto sessuale, ma anche l’esaltazione della bellezza del corpo e dell’erotismo. Non demonizziamo ciò che è natura e naturale. Quindi siate Protagonisti e se volete essere Spettatori sappiate che dire e fare non sono peccato.

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La vergogna nel sesso

La vergogna è dietro l’angolo. La vergogna non fa altro che soffocare i desideri e l’essere se stessi. La vergogna non deve e non può vivere nel sesso. Eppure tutto sembra andare verso quella direzione. Sembra che sia un peccato parlare della propria sessualità, sia uno sbaglio avere una cultura sessuale. Nonostante sono tanti i professionisti della materia che dicono di comunicare, non si riesce a superare quella vergogna che si prova ogni volta che si pensa all’argomento sesso e a tutto ciò che gira intorno. La vergogna aleggia sugli istinti che il corpo in modo naturale prova. La vergogna cammina insieme a quei pensieri sessuali che sono umani. La vergogna vince sulla libertà di mostrarsi sensuale. La vergogna reprime tutto ciò che allude all’erotismo. Insomma la vergogna non sembra una variabile bensì una costante. La femminilità o la mascolinità devono essere messe in ombra perchè altrimenti è vergogna esibirle. Si vive sempre più spesso nel continuo dualismo o scontro tra il desiderio primordiale di godere del proprio corpo e la vergogna di non dare seguito a questa esigenza innata. Sempre più coppie vivono con accanto la vergogna di andare fuori dalle righe, di parlare con sfacciataggine, di passare per libertini, di chiedersi se è giusto o meno assecondare certe voglie sessuali. Si pensa erroneamente che portarsi dietro la vergogna sia legato solo alla sfera sessuale ma non si vuole ammettere che questo comportamento influisce sulla persona in modo totalizzante. Il negare la vergogna è il primo atteggiamento che si assume. Il secondo è quello di far finta di niente, che nulla intacca e che non si ha conseguenza di ansia, nervosismo, apatia, insoddisfazione, insicurezza.

Si prova vergogna ad ammettere che si fa sesso. Si prova vergogna a parlarne. Si prova vergogna nel fantasticare. Si prova vergogna a leggere, raccontare, guardare e vivere il sesso. La vergogna che nasce nella sfera sessuale cela una difficoltà a capire se stessi. Una crescita personale equivale anche ad una crescita sessuale, ma la vergogna diventa la ghigliottina di questo sviluppo. La vergogna fa male in primis a chi la sente direttamente e dopo a chi la vive indirettamente.

Cosa fa scattare la vergogna? Il pensare che quell’azione o quell’idea non si debbano fare o provare in quanto riprovevoli o disonorevoli, che sono oggetti di critica e di giudizio, senza analizzare che ogni cosa fa parte delle pulsioni fisiche e sensoriali di ciascun essere. Ma chi dice che questo o quello nella sfera sessuale non si può sentire o fare? Chi si erge a giudice o conoscitore di quello che è vergogna non ha neanche la minima idea di cosa si tratti.

Quando si capirà che vivere nella vergogna è vivere da castrati, sarà già troppo tardi!

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I colori del sesso: Rosso, Nero, Grigio

Se riflettiamo bene si è sempre associato un colore al mondo del sesso. Anche i locali in cui il sesso è consentito hanno colori ben precisi. Di solito prediligono il colore Rosso. Al Rosso si accosta il sentimento della passione, perchè ricorda quello del sangue che defluisce nel corpo e quindi si lega a ciò che uno sente dentro. Per i più romantici questo colore è collegato all’amore e di conseguenza al sesso. Tutto sembra seguire un filo logico perchè così si categorizza il pensiero e si etichettano le sensazioni. Ma in realtà non tutto segue un criterio. Il colore Rosso può allacciarsi a pratiche sessuali più profonde e intime. Può sottolineare un lasciarsi andare completamente senza catene immaginarie che lo bloccano, quasi come se rievocasse il ritmo del battito del cuore che per vivere non si ferma. Anche nel vestire il Rosso regala l’idea dell’essere audaci, sfrontati, sexy, sensuali e vogliosi. Il Rosso esprime la libidine personale che è ben diversa dall’attrazione sessuale. La libido vive di per sè e non è associata ad alcuno. Vive nel suo mondo personale, può essere stimolata, e non dipende da nessuno se non da se stessa.

Un altro colore del sesso è il Nero. Con il colore Nero si guarda la sessualità quasi come fosse deviata e perversa, guidata da disturbi psichici o disturbata da alterazioni mentali. Anche qui viene usato un giudizio legato alla propria logicità. Se si pensa ad un genere specifico di libri riguardanti un erotismo oscuro si associa il Nero. Con questo colore il sesso sembra che faccia paura. Ma in tutta sincerità bisognerebbe allargare la visuale e pensare che il colore Nero cammina di pari passo con il mistero, con qualcosa che si cela ma che viene fuori in altre forme. Nel mondo sessuale il Nero si mixa con il vizio della lussuria. Un completo abbandono a qualsiasi piacere sessuale o erotico, di qualsivoglia natura. Insomma il colore Nero ricorda il gioco di una camera buia in cui tutti i sensi sono amplificati e coperti a seconda di ciò che si vuole vivere. Anche quando lo si indossa porta con se attrazione per il proibito, per il non detto e per il non ancora vissuto.

E poi c’è lui, il colore Grigio. Quel colore che per alcuni non esiste dato che la mente difficilmente scivola nei propri meandri più sfumati, preferendo sempre colori più decisi. Per altri è un colore vivo, un colore in cui la loro sessualità viene solleticata e sollecitata. Il Grigio quando viene considerato reale e concreto diventa una dimensione in cui trovare la propria strada sessuale. In cui il piacere vive per la voglia di sentirlo addosso. Con il colore Grigio tutto ciò che è attrazione esiste. Come quella platonica, quella estetica, quella emotiva, quella sentimentale, quella mentale. Il Grigio é quasi come un gioco in cui tutto si sperimenta, soprattutto in cui si mette in campo ogni emozione.

Non è stato un caso che la più famosa trilogia erotica, indipendentemente se piace o meno, si basi sui tre colori.

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Mon Privè: i parchi giochi sessuali

Avete presente quando si apre una porta o una finestra o uno spiraglio da cui si attinge aria o una visone di spazio aperto per un claustrofobico? Quando si cerca di allontanarsi da quel senso di oppressione e costrizione mentale? Questa sensazione sembra essere assunta da persone costrette a seguire regole comportamentali in un paese dalla forte presenza religiosa o da una educazione e mentalità circoscritte a dogmi. Se vi è ben chiara l’immagine attraverso le mie parole allora capirete perchè determinati luoghi aperti e alcuni villaggi turistici vengono percepiti come oasi del sesso in cui la libertà diventa l’unica prerogativa. Esistono dei veri e propri lunapark sessuali, degli eden del sesso. Tutto è permesso sotto la luce del sole o al chiaro di luna. Tutto è lecito, solo una cosa non è contemplata l’astenersi. Esistono spiagge o posti naturali che si vestono di libertà ed espressione sessuale. Un piccolo mondo su misura per chi non vuole sentirsi claustrofobico. Ma questi paradisi trasgressivi o semplicemente giocosi esistono in Italia? Di certo la Francia ne ha uno noto e i maggiori fruitori sono gli italiani. Allora gli italiani sono i più claustrofobici? Immagino che questi luoghi incuriosiscano, ma non penso sia solo la curiosità di vedere qualcosa che non si vive, penso che si voglia andare oltre il proprio recinto prestabilito. Si arriva in un momento della vita che gli abiti che si usano si sentono stretti e magari consumati. Che ci si voglia svestire di ciò che ora si considera superato e che si vuole indossare un’emozione piuttosto che un’altra. Quindi perchè non vivere esperienze al limite del proprio vissuto? Luoghi in cui il naturismo, lo scambismo, l’esibizionismo, il sadismo o le perversioni sono quotidiane, diventano agli occhi del consumatore una dimensione da esplorare. Vivere posti del genere non solo porta a conoscere i propri gusti ma sposta la prospettiva di osservazione. Come in ogni cosa tutto sta nel saper e voler vivere a modo proprio, quindi sfruttare un servizio secondo un piacere individuale e a seconda del carattere. Esiste una spiaggia francese rinomata in cui tutto è permesso a livello sessuale, in cui non si lede il pensiero altrui, in cui le più sfrenate fantasie sessuali sono all’ordine del giorno. Nessuna vergogna e nessuna proibizione. Forse nell’immaginario fatto da freni questi luoghi sono posti di perdizione, in cui la testa non ragiona, in cui tutto è poco lucido, mentre basta pensare che la mente è vigile dato che si gode in ogni istante le emozioni e le sensazioni che riceve. Basta considerare che questi piccoli mondi fanno vivere senza schemi convenzionali le più svariate avventure.

Ci tengo a precisare che queste spiagge o posti all’aperto non vanno confusi con luoghi dove si pratica il nudismo. Il sesso non ha niente a che fare con la voglia di vivere nudi all’aperto. Purtroppo non si fa distinzione perchè non si legge, non ci si informa e perchè è più facile prendere la rettilinea via dell’ignoranza che quella tortuosa del sapere.

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Mon Privè: I Sexy Shop

Boutique dell’eros, sensual store, tempio dell’amore o semplicemente Sexy Shop, in qualsiasi modo si chiamano non cambia il loro fine, ovvero quello di far godere attraverso accessori. Purtroppo ancora oggi si pensa che chi entra in questi negozi sia un pubblico pervertito, depravato, deviato e poco raccomandabile, dato che al loro interno si trovano oggetti erotici, articoli sessuali o materiale pornografico. Vengono considerati dall’opinione comune luoghi proibiti, peccaminosi, che portano alle tentazioni più sfrenate.

Di solito queste attività commerciali nascevano in punti non visibili a tutti. Prima che si arrivasse ad una moderata libertà, i Sexy Shop erano visti luoghi angusti, lugubri, semiclandestini, che vendevano oggetti di qualità scadente e attiravano in modo specifico il genere maschile che voleva trastullarsi in completa solitudine. Magari avevano questa facciata ma tutto stava nel vivere il sesso come atto o come piacere. L’Italia come paese non mostra neanche ora una propensione a vivere il sesso e il piacere senza considerarli tabù. Risulta ancora un argomento di cui non si può parlare, figuriamoci promuovere ambienti che commercializzano giochi sessuali. Se solo questi negozi venissero visti come spazio in cui si può avere la possibilità di conoscere ancora di più la propria sessualità allora non verrebbero denigrati. Il potere della comunicazione dovrebbe esserci anche in questo caso. Quando ci si reca in un negozio si spera di trovare personale qualificato che possa aiutarci nella scelta di un capo o di qualsiasi articolo, quindi perchè non averlo anche in un Sex Shop?

Oggi i Sexy Shop sono negozi luminosi, con le insegne in vista, con vetrine abbellite e situati in luoghi centrali o facilmente raggiungibili. Il cambiamento lo si è registrato grazie a libri erotici, a serie tv, a documentari, che hanno dato una connotazione diversa al tema sesso e sessualità. L’offerta dei Sexy Shop si è mutata in esperienza e non solo in vendita, c’è una rassicurazione maggiore rispetto a prima, e un desiderio più naturale e meno costruito. Esiste un’offerta e-commerce che raccoglie un numero ampio di persone, perchè toglie dall’imbarazzo e dalla timidezza gran parte di quel pubblico che non ha raggiunto un grado di libertà giusta a disinteressarsi dei giudizi.

I Sexy Shop sono fornitori di sex toys, di abbigliamento sensuale, ma non è detto che tutto deve essere estremo, esistono accessori soft che arricchiscono l’esperienza sessuale. Accrescere e aumentare la propria vita sessuale attraverso l’uso di un completino sexy o di un gioco stuzzicante non fa altro che aprire la mente e liberarsi di quei freni inibitori che ancora emergono nella società.

Se si vedessero i Sexy Shop come un punto di partenza per superare dei limiti sessuali, come spunto per vivere una sessualità più divertente e complice, o ancora come stimolo per mettere alla prova la proprie scelte, allora non solo tutto avrebbe più importanza ma il piacere coprirebbe un valore più vero.

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Un’esperienza… da vivere ogni volta

Raccontare la propria storia attraverso una cornice personale vuol dire dare voce alla singola personalità. Ogni cornice ha un’artista che segue la narrazione di ognuno, crea su ciascuno una cornice su misura. Studia, delinea, definisce, armonizza ed equilibra il tutto. L’approssimazione è nemica dell’artista mentre l’attenzione è il suo mantra. All’artista non interessa solo la bellezza della cornice ma come la stessa diventa parte fondamentale del quadro. L’artista punta all’unicità del quadro e a far si che trasmetta la propria identità. Ecco cosa vuol dire essere parrucchiere, e https://sereni.net/ lo incarna alla perfezione.

Sono stata invitata in un salone dove i capelli vengono trattati come una cornice artistica, dove l’aria che si respira ti avvolge con odori inebrianti, dove l’accoglienza è una prerogativa e dove ogni azione è protesa a farti vivere un’esperienza rilassante. Diventi parte dell’ambiente. Quando entri lo fai con la voglia di affidarti a professionisti e quando esci ti senti consapevole di aver dato vita al tuo quadro, pronto a raccontare la tua storia. Mi sono sentita coccolata nella mia unicità, sono venuti incontro alle mie esigenze e hanno saputo valorizzare la cornice del mio aspetto. Nulla è lasciato al caso ma ogni particolare diventa un’esperienza da assaporare. In questo salone non si improvvisa e non si tralascia niente. Non è un caso che l’esperienza di anni e anni alle spalle e la competenza di tre generazioni siano un connubio perfetto per definire questo luogo un laboratorio. In questo laboratorio l’arte cammina insieme alla creatività, la bellezza abbraccia l’unicità, lo stile gioca con l’individualità.

Non servono mille parole per descrivere un’esperienza, basta solo viverla. Ogni volta può essere diversa, ma se anche dovesse risultare uguale alla precedente la differenza starà nelle sensazioni che ti porti dietro tutte le volte che finisce. Esaltare la facciata vuol dire dare luce al proprio stile, crearlo o dargli eco diventano strade da percorrere quando fai parte di una realtà su misura. Sereni ti regala questa realtà insieme alla voglia di completare il tuo quadro personale.

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Mon Privè: Vanilla VS Kinky

Sesso Vanilla o sesso Vaniglia è come si definisce il sesso tradizionale, il sesso non trasgressivo e non audace, quello conosciuto dall’essere umano sin dalla propria crescita. Il termine Vaniglia viene scelto perchè richiama il gusto più comune del gelato, quello più convenzionale, basico, semplice. Per diverse persone con questa parola si intendono posizioni e pratiche che rientrano nella sfera sessuale accettabile. Ad esempio la posizione del missionario senza alcun uso di oggetti o toys, senza decori e orpelli ma solo l’unione di due corpi nel più classico dei modi. Vaniglia non si riferisce alla dolcezza con cui si fa sesso bensì alla normalità con cui si pratica sesso. Per normalità si vuole intendere la pratica sessuale più usuale che si conosca, nessun esperimento o avventura, nessuna esperienza fuori da schemi. Il sesso Vanilla non deve essere visto come piatto ma semplicemente come non estremo. In altre parole nel sesso Vanilla sono contemplate posizioni varie, qualche attività provocante ma nulla di perverso, sfrontato o temerario. E’ come se il sapore del sesso Vanilla rientrasse sempre nella propria sfera confortevole. Nel sesso la prima cosa che bisogna tener presente è sentirsi a proprio agio con la situazione e con la persona, questo è alla base di ogni rapporto sessuale qualsiasi sia la sua natura. Nessun obbligo e nessuna forzatura ma solo fiducia in qualsiasi sesso si pratica. La noia non deve mai subentrare e Vanilla non è sinonimo di noioso, ma solo di stereotipato o standardizzato.

Il sesso Kinky letteralmente vuol dire sesso perverso. Con questo termine si prevede una sessualità volta a praticare attività estreme, eccentriche. Nel sesso Kinky si parte da una base di sottomissione o dominazione fino ad arrivare a forme aggressive e al limite del pericolo. Il gioco di potere è la formula che più definisce questo sesso ma non è solo l’autorità ad essere la chiave per aprirsi al Kinky, bensì tutto sta nel provare esperienze forti e intense che coinvolgono il corpo ma soprattutto la mente. Il Kinky esplora il mondo sessuale su vari fronti e si estende verso nuovi orizzonti. Approfondire le pratiche è il suo fine, viaggiare verso un piacere più profondo è il suo mantra. Nel sesso Kinky le pratiche arrivano ad essere rischiose e proibite accostando il piacere al dolore e aumentando le connessioni cerebrali. Ogni azione nel Kinky è travolgente, estasiante, e il piacere ha il bisogno di salire sempre un gradino in più rispetto alla fase precedente. Permette di scoprire le proprie zone erogene anche quelle che non sono usuali, quindi porta ad una maggiore conoscenza di se stessi e ad una elevata consapevolezza. Il sesso Kinky raggruppa tutto ciò che è fuori dagli standard, dai modelli, dalla norma.

Non bisogna dire quale sesso sia meglio, se il Vanilla o il Kinky. Non bisogna neanche sentirsi ‘inferiori’ se si pratica quello tradizionale, come non si deve giudicare chi pratica un sesso estremo. Ognuno deve essere libero di scegliere cosa vivere a seconda del proprio desiderio e seguendo il proprio piacere sessuale. Che sia Vanilla o Kinky, che sia classico o moderno, il sesso è espressione di ognuno di noi.

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Gli Astri e l’eros: il Cancro e il suo romanticismo

Chi è nato sotto il segno del Cancro difficilmente è frettoloso, si prende tutto il tempo per assaporare ogni minima sfumatura che si intravede nelle varie relazioni. I suoi rapporti sono sempre caratterizzati da una profondità e da una intimità, ma per raggiungere questo livello usa una lentezza studiata. Quando si sente al sicuro il Cancro si lascia andare, altrimenti faticosamente mostra se stesso. Il suo essere passionale nella sessualità lo nasconde ben bene, perchè non vuole darsi in pasto a chi capita ma desidera vivere in un mondo prevalentemente romantico ogni rapporto che intraprende. Il Cancro tende a rinchiudersi nel suo guscio protettivo e aspetta che qualcuno degno di considerazione lo rassicuri e lo sproni a mostrare le sue qualità amatorie. Il sesso per il segno è fortemente legato al sentimento o all’affetto. Non potrebbe donarsi a fantasie erotiche insieme ad altri e raramente si dona senza aver instaurato un legame a 360 gradi. Il Cancro non è propenso ad avventure ma se si trova ad avere fiducia dell’altra persona allora non disdegna a creare rapporti di forte complicità sessuale. Il sesso lo vive con praticità e concretezza ma il tutto deve essere circondato da forme di romanticismo. I nati del segno sono concentrati sul loro corpo e sulle prestazioni personali, ma hanno interesse anche a dare piacere al partner affinché possano trarre dalla loro attività un godimento proprio. La fase delle coccole, delle tenerezze, della dolcezza deve essere sempre ricca e non deve mai mancare. Il Cancro deve sentirsi sempre accudito e avvolto da attenzioni. Il corteggiamento deve essere attivo e sempre presente. Non è abituato a prendere l’iniziativa ma aspetta che il primo passo lo faccia il partner. Il gioco sessuale non lo contempla come forma di espressione. Per il Cancro la sessualità è una cosa seria e il rapporto non supera mai un certo limite fantasioso. Connessione, complicità, interessamento, motivazione, sono peculiarità che non possono mancare in una relazione affettiva e sessuale con il Cancro. Il segno non permette poca cura nei dettagli dell’approccio, quindi i preliminari devono essere corposi e intelligenti. Sperimentare sessualmente per chi è nato sotto il segno vuol dire usare il proprio corpo come fonte di piacere senza preoccuparsi di allestimenti o decori o oggetti. La sua praticità lo rende molto reale. Nulla è in aria neanche la sua mente, è sempre con i piedi per terra.

L’eros per il Cancro è tutto terreno.

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Mon Privè: Dirty talking

Con ‘Dirty talking’ si intende letteralmente ‘parlare sporco’. Sicuramente la prima cosa che si pensa è che anche nella sessualità vissuta e giocosa molti vogliono conservare l’essere eleganti e signori, ma il parlare sporco non toglie valore al sentirsi signorile, bensì aumenta il desiderio, la lussuria, la libidine che ognuno prova in un contesto erotico. Tutto va contestualizzato, l’uso del parlare sporco non può e non deve essere usato al di fuori dell’ambito puramente sessuale. Sussurrare all’orecchio parole indecenti e abbastanza esplicite aumenta il battito cardiaco creando una comunicazione verbale durante contesti palesemente lascivi. Parlare sporco è come flirtare o saper comunicare in pubblico, non ci vuole una preparazione specifica ma bisogna avere un vocabolario adatto ed adeguato alle circostanze. Il Dirty talking deve sentire l’atmosfera giusta, non può nascere dal nulla, non può essere casuale, deve legarsi alla situazione, alla persona a cui ci si rivolge. Il finto e il forzato sono ingredienti che non devono esistere, la spontaneità e la complicità sono componenti che devono essere presenti. Purtroppo ogni pratica sessuale, compresa il parlare sporco, per molti non ha esistenza a causa di limitazioni morali. Nel caso specifico il Dirty talking è una fantasia che non deve essere legata o associata alla personalità del partner ma al clima eccitante che si crea con la persona stessa. Il più delle volte si pensa che quello che si dice è riferito al partner come persona umana e quindi considerata come una offesa o un insulto, ma è una valutazione erronea. Arrivare ad apprezzare l’utilizzo di frasi sconce pone i protagonisti della coppia sulla stessa lunghezza d’onda. Nessuno dei partecipanti deve sentirsi inferiore per le parole o il modo il cui si usano. Il comunicare sporco diventa una vera e propria spinta adrenalinica. E’ come stare sulle montagne russe, si viaggia a velocità bassa, poi media, fino ad arrivare ad un livello altissimo di eccitazione, tutto questo grazie alla libertà di espressione sessuale ed erotica. Il Dirty talking è utilizzato spesse volte anche a livello virtuale con l’intento di scaldare i motori del desiderio e di aumentare il piacere dell’attesa dell’incontro. Avere una sintonia del genere non solo stimola il gioco sessuale ma abolisce ogni senso di vergogna e aumenta la confidenza. Trovare le frequenze vocali e comunicative è importante per vivere ogni fantasia o pratica al meglio e in modo naturale. Ispirazione e pratica sono due elementi fondamentali per il Dirty talking, come anche il crearsi un alter ego può essere utile. Di giorno si è se stessi in modo classico, di notte ci si diverte a trasformarsi e impersonare chi si vuole. Chiedere quello che piace in modo aperto e usando termini sporchi può essere un punto di partenza pratico e concreto. Dimenticarsi del ritornello “non si dicono parolacce” è la prima cosa da fare. Dire parolacce può essere visto anche come sfogo, fino a mostrare ed esibire la parte più selvaggia. Il Dirty talking stimola ed eccita il senso dell’udito, un senso molto importante che non deve mai essere sottovalutato. Le frasi eccitanti possono essere prese da racconti o film erotici, facendole proprie possono arricchire il proprio lessico. Grande rilevanza deve essere il tono con cui si pronunciano frasi spinte oltre a trovare un equilibrio tra tenerezza e frasi sporche. Da “ti voglio dentro di me a scopami forte” da “fammi godere a sborrami addosso”.

Per essere liberi, la vergogna, la stupidità, la forzatura, il fingere, non devono essere contemplati in nessun caso nella dimensione sessuale ed erotica di ognuno.

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Gli Astri e l’eros: Gemelli e il suo vivere di Sensi

Non potrei essere più d’accordo con questo titolo dato che sono nata sotto il segno dei Gemelli e sono assolutamente in sintonia con i miei Sensi. Vivere di Sensi vuol dire vivere l’eros come esperienza. Ogni volta che i Gemelli si abbandonano al sesso e all’erotismo lo fanno consapevolmente e con sicurezza. Chi è nato sotto questo segno vive il sesso come fosse un gioco tanto da sprigionare la sua carica sessuale nell’aria. Ciò che caratterizza il segno dei Gemelli è il continuo correre da un pensiero all’altro e ciò lo attua anche nel sesso. Non riescono a stare immobili ma devono avere sempre una nuova idea, un nuovo modo di sentire l’erotismo. La loro immaginazione va oltre ogni limite e sanno come renderla appetibile a chi orbita intorno a loro. Coinvolgono, travolgono e sconvolgono, tanto da godere loro stessi di questo essere attrazione e calamita, oltre a far godere chi viene investito dalla loro natura. La duplicità dei Gemelli è reale e concreta. Possiedono la capacità di vivere più mondi, più dimensioni pur essendo loro stessi. Non usano volti differenti ma diventano sfaccettature di una stessa medaglia. A livello sessuale per i Gemelli la mente occupa il primo posto. Per il segno l’intelletto diventa personificazione ed è con lui che gioca sessualmente. I Gemelli devono essere stimolati a livello mentale per far reagire il corpo. I Sensi sono il motore di tutto, le sensazioni e le emozioni devono portare il segno a livelli alti per riuscire a carpire la loro sessualità. E’ un segno a cui piace creare le situazioni, chi riesce a seguirlo avrà sicuramente un posto accanto a lui nell’Olimpo. Il segno dei Gemelli oltre ad esercitare una spiccata sensualità in quello che fa, padroneggia con il suo essere focoso e passionale. Ma tutte queste caratteristiche escono fuori se il partner di gioco riesce a sorprenderlo o stupirlo. Le persone Gemelli sono influenzate dal segno a non dare importanza alla persona ma alla personalità. Per loro ognuno deve essere in grado di incuriosire. Il segno trova molto affascinante scambiare i ruoli, da preda diventa cacciatore, da cacciatore a preda, da dominato diventa dominatore, insomma ama l’interscambio e si annoia se tutto è statico. I Gemelli non sono dei facili compagni di gioco, perchè pretendono un livello di intelligenza elevata per colpire la loro. L’orgasmo fisico non ha la stessa importanza di quello mentale, per loro la mente è la parte primaria del piacere, e a seconda delle circostanze quella mentale supera la soddisfazione fisica. I Gemelli sono persone complici e che cercano nei loro partner il cameratismo, persone avventuriere anche nell’eros.

Il segno dei Gemelli puro è una fiamma sempre accesa ma divampa solo con chi riesce intellettualmente a tenergli testa.

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Mon Privè: Swingers Club

Con il termine Swinger si intendeva una persona dinamica, vivace, mondana e modaiola. Tempo fa era molto diffuso in tal senso ma oggi viene usato nel mondo sessuale quando si vuole indicare individui dediti a pratiche sessuali particolari. Questo vocabolo lo si attribuisce a persone che introducono nella propria sfera sessuale altri soggetti. Da questo modo di vivere la sessualità nascono i luoghi dal nome Swingers Club. Non sono locali di depravazione, in cui alcool, droga e sesso fanno da padrone fino ad arrivare a superare i limiti della legalità, come possono essere considerati erroneamente dall’immaginario comune. Bensì sono ambienti in cui si conosce e si incontra gente, in cui si fanno chiacchiere piacevoli sorseggiando qualcosa di gradevole, con l’obiettivo di trascorrere una serata all’insegna del divertimento e della spensieratezza, liberi da schemi convenzionali. In questi posti nessuno obbliga a fare sesso, ma di certo nessuno vieta di finire la serata in modo piccante e disinibito. Questi luoghi danno la possibilità di fare sesso in tutta libertà con persone conosciute al momento, ma non è detto che tutto debba essere scontato. Esiste l’occasione ma ciò non toglie che possa non succedere. Non sono locali che sostituiscono le antiche case del piacere, non c’è mercificazione o violenza. Non sono posti in cui trovi il sesso facile tanto da finire di sfogare le voglie represse. Sono ambienti che danno la possibilità di esprimere la propria trasgressione, tutto è consentito nel rispetto della persona. Non esiste prevaricazione e non esiste imposizione, tutto si fonda sulla libertà di godere come meglio si desidera.

Questi locali sono club privè dove si accede esclusivamente come soci affiliati, si entra dopo aver fornito le proprie generalità e aver pagato una quota associativa. Frequentare questi privè risulta essere una vera e propria filosofia di vita, perchè essere Swinger vuol dire vivere in tutta libertà la propria sessualità riuscendo a separare il sesso dal sentimento. Il perbenismo della società vede chi pratica questi locali come individui promiscui con accezione negativa, quasi a definire il loro comportamento deviante e patologico. Per paura di essere giudicati in tal modo, diverse persone che vorrebbero essere Swinger e frequentare questi posti lo nascondo e inibiscono le proprie voglie sentendosi poi frustrati e schiacciati sessualmente.

Gli Swingers Club sono club in cui il comportamento di ogni partecipante si basa su educazione, gentilezza e correttezza. Questi privè hanno due volti: quello del locale in cui si può passare una serata interessante e magari anche seducente, e quello del club in cui si possono vivere forti emozioni a sfondo sessuale. Esistono speciali stanze hot, in cui si può esprime il proprio erotismo in qualsiasi modo si voglia. Sono stanze fornite di accessori erotici e in cui il gioco sessuale si manifesta in ogni sua forma. Passioni e pulsioni più sfrenate, giochi peccaminosi e voglie mai espresse diventano protagonisti di questi club privè. L’assenza di giudizio e il rispetto della volontà sono i comandamenti di questi luoghi.

Spesse volte si demonizzano questi club privè perchè si pensano come luoghi di perdizione, in cui vige la mancanza di rispetto per il proprio corpo, o addirittura in cui le persone smarriscono la ragione. Invece questi ambienti aiutano a portare alla luce desideri sessuali soffocati e infondono sicurezza e determinazione.

Difficile arrivare a padroneggiare con la propria sessualità ma tutto sta nel volerlo e nel non preoccuparsi di sentirsi ‘inadeguati’ o ‘diversi’ in una società che ancora fa difficoltà ad accettare la libertà sessuale.

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Il mondo di AlterEgo

Pensate per un attimo di oltrepassare una porta di vetro e di trovarvi in una dimensione in cui il vostro IO diventa espressione del vostro animo. Un animo che può essere di qualsiasi colore, che può indossare qualsiasi stile, dal più elegante al più casual. Un animo capace di giocare con il vostro volto e il vostro corpo. Un animo che si diverte a diventare ciò che vuole. Libero da qualsiasi vincolo e restrizione. Tutto questo succede varcando la soglia di AlterEgo.

Sarebbe banale chiamarlo negozio, perchè è una realtà che ti porta a vestire un altro te stesso. Avete mai provato quella sensazione di guardare dall’esterno voi stessi? Avete mai pensato di essere spettatori e attori di voi stessi nello stesso tempo? AlterEgo vi mette nella condizione di essere liberi di scegliere chi volete apparire. Regala l’aspetto delle emozioni. E ogni volta che indosserete quel look scelto da AlterEgo vivrete lo stesso effetto.

AlterEgo con me si è divertito a sfidare le mie sfumature. Le ha coccolate, le ha avvolte, le ha corteggiate e le ha esibite. Ha avuto il potere di disegnare sfaccettature della mia personalità. Ridendo e scherzando ha puntato alle sensazioni che si provano quando l’espressione cambia ogni volta che il corpo viene abbracciato da un tessuto o viene illuminato da un colore. Ha mostrato un altro IO quando lo stile maschile ha toccato la mia pelle. Ha sfoggiato il mio lato femminile quando ha deciso di gareggiare con il mio gusto. AlterEgo è l’amplificazione del nostro IO attraverso l’accostamento di capi e accessori.

Appena sono entrata l’atmosfera che ho respirato è stata di estrema accuratezza nei dettagli. Ciò che fa uno stile è il dettaglio, dal più semplice al più ricercato. Il potere di mostrare anche solo con un capo la sensazione di un look, nella realtà AlterEgo trova la sua dimora. AlterEgo ti aiuta con semplicità a scoprire te stesso in diversi occasioni. La differenza non la fanno i vestiti che si possono trovare ovunque, ma la fa ciò che si assaggia quando si vive l’idea che AlterEgo propone e suggerisce una volta che si entra nel suo mondo. Il suo messaggio è lontano dal tipico negozio.

“Sii te stesso e se il tuo IO, qualsiasi esso sia, vuole osare, cambiare, provare, sentire, dagli voce”. Questa frase racchiude ciò che è il messaggio di AlterEgo. Non serve fare voli estremi basta fare un viaggio nell’interiorità attraverso l’esteriorità. AlterEgo lo permette!

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Gli Astri e l’eros: il Toro e il suo essere fiamma

Il Toro esprime il suo essere segno di Terra con la predisposizione a privilegiare la componente fisica. Per il Toro l’incontro reale con l’altra persona, il toccarsi fisicamente, il sentire calore carnale, sono tutte forme necessarie affinché lui riesca a vivere l’eros pienamente e in modo gratificante. Il Toro con il suo essere avvolgente e coinvolgente stimola il partner a focosi e passionali incontri. I nati sotto questo segno vengono influenzati a vivere una sessualità costante, non elaborata o fantasiosa ma molto concreta e sempre intensa e profonda. Questo segno è come la fiamma di un camino che arde fino a raggiungere il suo massimo calore, da riscaldare e far ribollire il sangue a chiunque orbita intorno a lui. Una fiamma che non perde mai vigore ma che si alimenta sempre da se stesso e da chi ha accanto.

Il Toro perde la sua focosità quando l’interesse scema. Per lui il coinvolgimento con l’altra persona è importante, da esso dipende il suo essere appassionato e impetuoso. Sa essere selvaggio ma solo se il partner riesce ad accendere il suo desiderio, solo in quel caso diventa un tornado che travolge e stravolge. Il Toro possiede la capacità di resistenza tanto da regalare lunghe sessioni di piacere. Stare al suo passo non è facile ma questa sua caratteristica risveglia anche il più indifferente. Chi è nato sotto questo segno ha una spiccata sensualità nel vivere il sesso. Il sesso per il Toro è preliminari, è ambient, è tenerezza ma con quel pizzico di vigore che porta a fremere.

Questo segno è attratto da temperamenti forti e decisi, capaci di tenergli testa sotto le lenzuola. Non va alla ricerca di posti insoliti, preferisce la comodità dove può dare il meglio di sè. La sua passione deve essere sollecitata e solleticata a livello giusto perchè solo in quel caso il segno del Toro si lascia andare e diventa inarrestabile. La sua sessualità la vive in modo abitudinario ma mai noioso. Non è frettoloso e la sua generosità lo porta a dedicarsi molto. Sa diventare un amante instancabile pronto a soddisfare mostrando le sue doti amatorie. Il suo non è essere esibizionista ma è solo il modo più giusto ed equilibrato per dare e ricevere piacere. Il Toro ha bisogno di coccole prima, durante e dopo, e se risultano stimolanti anche subito dopo l’amplesso sarebbe pronto ad infuocarsi. Il suo essere rassicurante si nota anche nell’eros fino a portare chi è con lui ad abbandonarsi. Il legame per il Toro è fondamentale, una volta trovato non cerca nient’altro ma si dedica in modo indiscutibile ad esso.

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Amore o possesso?

Punto di vista di Le Dritte di Simo

Il desiderio fa fiorire ogni cosa; il possesso rende tutto logoro e sbiadito.
(Marcel Proust)

Quando si intravede una forma di possesso nei confronti di un’altra persona viene quasi spontaneo giustificare questo atteggiamento come gelosia del partner, e se si è gelosi automaticamente la motivazione risiede nell’essere innamorati. Questa logica risulta essere conveniente per chi assume un comportamento del genere, ma se solo si analizzasse in modo approfondito la possessività che nasce in rapporti nuovi o consolidati allora non ci si nasconderebbe dietro ad un ‘sono geloso/a’.

Amare il più delle volte viene confuso o associato con il possedere l’individuo. Sia nei rapporti familiari che di coppia il possesso viene considerato una prerogativa. Io amo te quindi tu appartieni a me, allontanando qualsiasi forma di soggettività. In una relazione ogni protagonista deve sentirsi tale e di conseguenza deve esserci una distanza funzionale tra essi. Stare insieme non deve portare uno dei due o entrambi ad essere considerati oggetti. Si esatto, possedere qualcuno priva quella persona della propria libertà di azione e di pensiero. Un legame sentimentale non è una catena immaginaria, non è un cappio al collo, ma è condividere di comune accordo la propria vita senza mai arrivare a perdere il controllo sul proprio essere. L’amore è incompatibile con il possesso. Non si ama chi si considera proprietà privata. Una relazione non implica un obbligo, bensì si basa su una libertà di scelta. Quindi, se ci si sente forzati per riconoscenza, per generosità, per convenienza, vuol dire che il possesso ha preso il sopravvento. Possedere una persona è sinonimo di insicurezza personale, è equivalente a rubare la libertà altrui facendola passare come forma di affetto.

Le favole finiscono con ‘vissero per sempre felici e contenti’ frase che racchiude in bella vetrina il possesso respingendo qualsiasi attenzione alla persona, qualsiasi affettuosità e qualsiasi forma di legame amoroso. Il possesso è il mostro con mille occhi e mille mani che avvinghia la preda e la soffoca. Non serve vivere forme di possesso estremo, basta anche solo far sentire in colpa la persona per la libertà che prova a mostrare, ricattandola e accusandola di non saper amare. Provate ad immaginare un oggetto in una bella teca trasparente in cui tutti possono ammirarlo ma nessuno può toccare, l’oggetto esiste nel mondo ma non può interagire con il mondo. Provate a pensare agli animali di un circo in cui mostrano il loro lato addomesticato ma non la loro vera natura. Siete sicuri che non state vivendo in una teca o in un circo?

Punto di vista di Spore Poetiche

https://sporepoetiche.wordpress.com/

Nella realtà in cui viviamo, uno dei sinonimi di amore è possesso. A riprova di ciò la cronaca giornaliera fornisce esempi di uomini che, incapaci di accettare la “perdita” della donna “amata”, sfogano il dolore del possesso perduto attraverso crimini violenti e delittuosi.

L’esclusività del compagno/a parrebbe essere prerogativa intrinseca di una relazione. Se non fai, ti comporti, agisci per dimostrare il tuo amore nei miei confronti, allora il tuo sentimento è falso. Chi non ha mai usato simili espressioni o se l’è sentite rivolgere come atto d’accusa dal partner? L’insicurezza si fa imperante, e l’altro diviene la causa delle proprie mancanze.

Una relazione sana, al contrario, si fonda su libertà e rispetto. Bisogni e necessità del partner dovrebbero essere l’occasione per conoscersi e progredire assieme. Un veicolo per raggiungere la complicità e vivere la scoperta dell’intimità come un gioco.

Relazionarsi significa affidarsi all’altro/a senza snaturare il proprio essere; senza riversare sul partner il bisogno che questi si faccia carico del vuoto creato dall’insicurezza; senza creare un legame basato sull’inganno. Relazionarsi è guardare la propria immagine riflessa negli occhi dell’altro/a.

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Mon Privè: Feticismo

Il Feticismo ha come oggetto del desiderio qualcosa di inanimato, che può essere una parte del corpo, un indumento intimo, un capo di abbigliamento o manufatti basta che siano inanimati. Il Feticista riversa nell’oggetto la sua eccitazione, il suo piacere, tanto da guardarlo, toccarlo, assaggiarlo, annusarlo, affinché stimoli la sua masturbazione e il suo orgasmo. Provare desiderio o stimolare il piacere con un oggetto risulta essere comune nella maggior parte delle persone ma ciò che distingue il Feticista dall’amatore è il riuscire a godere solo ed esclusivamente del feticcio, dell’oggetto idolatrato o della parte del corpo adorato. Per i Feticisti è difficile avere un orgasmo o raggiungere il climax con il sesso ‘tradizionale/penetrativo’, il loro pensiero sessuale si incentra unicamente nei confronti dell’oggetto del feticismo, sul quale fantasticano e verso il quale abbandonano ogni freno. Provare una venerazione nei confronti di un oggetto piuttosto che di un capo oppure di una parte del corpo, richiede molto impegno personale non solo perchè si vive il sesso fuori da schemi ma perchè si potrebbe essere sempre additato come lo strano o il diverso.

La sete sessuale, ciò che la stimola, il vivere l’espressione massima del piacere, tutto questo è strettamente individuale e nessuno dovrebbe né cercare di capire il perchè si prova l’orgasmo in un modo, né giudicare il modo con cui si pratica il sesso. Gli interessi sessuali sono personali e come tali devono essere rispettati. Solo conoscendoli si potrà evitare di avere preconcetti.

Tanti possono essere i feticci. Magnus Hirschfeld (ricercatore sessuale) diceva già nel 1920: “Dalla testa ai piedi non c’è macchia sul corpo, e dal copricapo alle calzature, non c’è nessuna piega nell’indumento che non possa essere uno stimolo feticistico”.

Il Feticismo, come altre pratiche sessuali, vive purtroppo di pregiudizi e di confusione per chi non lo conosce perchè viene valutato come un disturbo con una dose di perversione sessuale. Essere eccitati dalla sovrastimazione di un unico elemento, qualsiasi esso sia, differenzia il concetto feticistico dall’usuale coinvolgimento sessuale. Ciò che fa la differenza è proprio il focalizzarsi verso il feticcio e non verso il partner o la persona. Gli oggetti diventano caratteristiche con una carica erotica e sessuale molto elevata tanto da indurre il Feticista a concentrare il suo vivere la sessualità in modo univoco. Il Feticismo, come altre pratiche, risulta essere una preferenza sessuale. Ci sono diversi gradi di Feticismo a seconda di quanta importanza si dona all’elemento che crea eccitazione. Diversi sono anche le manifestazioni con cui si è Feticista. Si passa da quello attivo a quello contemplativo con uno sguardo al passivo. I primi due rientrano sempre ad opera del Feticista nell’appropriarsi e nel guardare il feticcio, l’ultimo invece avviene per mano del partner che gli sottopone il feticcio.

Lo psicologo Alfred Binet disse che un pò tutti noi individui siamo più o meno Feticisti, perchè si ha una quantità costante di Feticismo anche nella forma di amore più sana e regolare. La libido viene stimolata anche da caratteristiche fisiche o caratteriali, intellettuali o psicologiche della persona amata.

Quindi, cerchiamo di non ignorare la conoscenza delle varie pratiche sessuali magari non lo sappiamo ma possiamo rientrare anche noi stessi in alcune.

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Gli Astri e l’eros: l’ardore dell’Ariete!

Fugge dalla monotonia e dallo scontato. Abbraccia la passione considerando che come segno zodiacale l’Ariete è fuoco. Il suo spirito appassionato lo spinge ad avventurarsi in storie che nascono dall’ardore ma che continuano sul piano sentimentale. L’Ariete preferisce condividere la sua sfera sessuale con persone che rivestono un ruolo amoroso con lo stesso, la sua testardaggine si nota anche nell’eros. Chi è nato sotto questo segno è un vero e proprio predatore. In modo elegante adocchia il suo pasto preferito e su di esso riversa tutta la sua umanità e il suo essere sensibile. La carica erotica di questo segno è rinomata per il suo essere energico e resistente oltre che carnale. Nella dimensione sessuale l’Ariete è attore e protagonista e chi diventa suo partner deve tenere il passo e deve essere all’altezza della sua vivacità. Coloro che sono nati sotto questo segno hanno un modo tutto loro di corteggiare e la tenacia è una delle loro armi. I preliminari sono un antipasto in cui l’Ariete non mostra molto la sua appetenza ma appena entra nel vivo dell’incontro sessuale si tuffa in un banchetto di emozioni infuocate. Il suo carattere dominante lo porta anche nella sfera erotica. Non è stimolato a realizzare strabilianti fantasie, come segno zodiacale è molto concreto e pratico, ha bisogno di toccare ciò che desidera, ma ciò non toglie che gli piace anche saggiare nuove cose. La sua passione è lava di vulcano che scorre travolgendo chi incontra con la sua rovente temperatura. L’intensità che mette nei suoi ‘match’ sessuali è unica. L’insoddisfazione per lui e per chi è con lui non è contemplata. L’Ariete è diretto e primitivo nel fare sesso e qualsiasi posizione di comando fa vibrare le sue corde. Giocare a livello mentale non è il suo forte, lui ha bisogno di avere un contatto fisico, il corpo è fondamentale perché attraverso esso l’Ariete guida la sua fiamma interna. Questo segno non soffre di alcuna inibizione, è sicuro di se. Non amando le coccole è in grado di ricominciare da capo, non finisce di gustarsi una prima pietanza che subito ne richiede una seconda. Il suo essere caparbio diventa il suo punto di forza perché non si ferma alla prima difficoltà ma usa la sua determinazione come una caratteristica per conquistare. L’Ariete è quel segno che trasmette la sua resistenza, il suo fervore oltre al suo entusiasmo, a chi diventa suo partner a livello sessuale.

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L’abito che si dovrebbe sempre indossare: la Curiosità!

Alcuni dicono che è la più preziosa compagna di vita, altri la considerano invadenza, la maggior parte la definisce sintomo di intelligenza. La Curiosità è sicuramente una caratteristica personale molto importante. La Curiosità è un sentimento caldo, è una peculiarità passionale. Essa diventa la terapia di vari malesseri, aiuta a vivere avendo uno sguardo più lungo sulle cose. Si tiene lontano da ciò che ritiene freddo, distante e distaccato. La Curiosità è il preludio della libertà. Più si è Curiosi più la mente si apre e comprende concetti che difficilmente si incontrerebbero sul percorso di vita. L’importanza che si cela dietro la Curiosità sta nel porsi le domande per togliere il velo della routine che copre ogni cosa. La mente si allena ad immagazzinare informazioni, a decifrarle in conoscenza e a costruire concetti, esperienze.

Questa Curiosità ha portato a tuffarmi nella scrittura. Questa Curiosità ha creato https://www.patreon.com/pellediluna Questa Curiosità ha dato vita a vivere il Social come divulgatrice, come ‘istigatrice’ alla riflessione. Una Curiosità che ogni giorno si nutre della sua stessa natura. Purtroppo c’è chi la considera un difetto o comunque una cosa da tenere a freno, perché andare in fondo alle cose e a ciò che ti circonda ti porta a specchiarti in quella superficie che riflette una profondità nascosta. La paura di scoprirsi rende codardi. E’ più facile guardare con una benda sugli occhi che ammettere di essere Curiosi.

Secondo la mitologia greca, Zeus regalò a Pandora un vaso, raccomandandole di non aprirlo. Pandora, però, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della Curiosità, tolse il coperchio al vaso, liberando tutti i mali del mondo. Da questo mito deriva il famoso detto “la Curiosità è femmina”. Se si considera questo mito allora la Curiosità risulterebbe negativa ma in realtà tutto sta nell’obiettivo che si pone la stessa.

La mia Curiosità ha l’obiettivo di sdoganare quelle idee che muovono comportamenti più o meno ripetitivi. Si pone il fine di porre sul piatto della bilancia una visione che prende la mano all’espressione soggettiva. Sicuramente ogni Curiosità vive perché mossa dalla personalità che ognuno possiede. Se si personifica la Curiosità si nota come essa respira attraverso le novità, si alimenta di nozioni, vive di emozioni e desideri.

Ciò che crea Curiosità è sempre qualcosa che va al di fuori del normale pensiero o dei modelli che si hanno ogni volta sotto gli occhi. Ma se quella Curiosità non risponde al proprio carattere difficilmente avrà un riscontro positivo. E’ proprio in quel momento che si fa un passo avanti. Bisogna capire che tutto può stimolare la Curiosità ma serve salire un gradino in più per vivere di quell’interessamento. La Curiosità ha il potere di abbattere il pregiudizio, di cambiare le carte in tavola, di scavare mondi che sembrano lontani, di esplorare realtà che non conosciamo. La Curiosità però trova come nemico la pigrizia, la passività, l’ignoranza. Più ci si interroga più si coltiva la Curiosità.

Non so se il mio Blog, i miei Social, i miei canali erotici destano Curiosità. Di sicuro danno voce a temi che raramente vengono trattati. Sono il megafono di una divulgazione che trova barriere che faticosamente si abbattono. Capovolgono ciò che è il pensiero comune.

Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso (Albert Einstein)

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Mon Privè: Giochi di ruolo

Il mondo della sessualità è talmente ampio che è limitante pensare di parlare di sesso e porre dei confini prestabiliti e definiti. La mente viaggia di pari passo con la libertà sessuale, quindi se la mente si chiude la sessualità si frena e orbita in un recinto sicuro e protetto fatto di barriere e schemi. Metaforicamente parlando, se si vedesse la sessualità come un parco giochi la propensione a provare le varie giostre su cui salire sarebbe meno repressa. Si sceglierebbe ovviamente il divertimento più congeniale al proprio gusto e alla propria voglia di sperimentare. Si vivrebbe il saggiare un’attrazione allo stesso modo di come quando si mette alla prova il proprio desiderio. Il gioco risponde a varie variabili, la voglia di giocare, il gusto di scegliere il gioco, l’adrenalina che viene fuori dal gioco stesso, l’attitudine al gioco e la disposizione all’ignoto. Temere, escludere e rifiutare il gioco nella sfera sessuale accompagnano la persona verso una condizione di protezione del proprio status portando con il tempo a vivere quella condizione come l’unica e la sola. Al luna park ogni giostra ha il suo grado di pericolo, ciò si ha anche nel sesso. Il gioco sessuale si vede come pericolo per la coppia stessa, per la persona stessa e il più delle volte non si gioca e non si corre alcun pericolo. Ma altre volte si sceglie di giocare in contesti extra e con persone extra, perché l’erotismo lo si vive scindendo l’affettività dalla sessualità. Un comportamento che richiede meno destabilizzazione per la psiche, dato che associare amore a trasgressione propenderebbe ad uno squilibrio.

Se si partisse dall’idea che il desiderio va nutrito e concimato come se fosse un prodotto della natura, allora si capirebbe che il gioco sessuale o erotico è solo il mezzo e lo strumento per raccogliere i frutti di una libera vita sessuale.

I giochi di ruolo sono scenari più o meno conosciuti dove i personaggi diventano protagonisti vestendo i panni di qualcun altro. Creare situazioni più o meno fantasiose, originali e uniche, dipende dalla mente dei partecipanti. Più si ha una mente dominata più il gioco sarà limitante. Sin dalla tenera età i giochi di ruolo erano quelli che portavano i bambini a conoscere se stessi e il loro essere spensierati e liberi di osare spingeva a vivere in modo giocoso la vita. Una volta diventati adulti sembra che tutta quella leggerezza si perda per dare spazio a paura, ansia e preoccupazioni. Provare a calarsi nei panni di un personaggio particolare, o inscenare una dimensione/realtà che non si vive quotidianamente porterebbe a mettersi in gioco e a conoscere il divertimento nella sfera sessuale. Nei giochi di ruolo il travestimento riveste un compito fondamentale. Indossare un capo diverso da quello che si usa abitualmente di solito viene ridicolizzato perché sembra far rivivere quel lato fanciullesco, ma la chiave dei giochi di ruolo dimora proprio nel travestimento sia a livello di abbigliamento che al livello di personalità.

Un noto sessuologo dell’Istituto Evoluzione Sessuale Alberto Caputo dichiara che indossare una ‘maschera’ permette di superare le proprie inibizioni. Si fa parlare la parte di noi che di solito, inconsciamente o per paura delle convenzioni sociali e culturali, per timore di una educazione religiosa, si zittisce. Alimentare lo scenario sessuale con una serie di ruoli inusuali arricchisce la sessualità. Nei giochi di ruolo la parte innovativa e sconosciuta viene messa in gioco e accende la sfera erotica. I giochi di ruolo allenano la mente a ‘comandare’ il piacere. In ogni gioco di ruolo di solito esiste uno sbilanciamento dell’autorità con la conseguente imposizione a seguire la volontà dell’altro.

La psiche abbraccia il desiderio e il desiderio gioca con il piacere.

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Conoscere il piacere: l’orgasmo cerebrale!

Non si può parlare di sessualità, di pratiche sessuali, di piacere, di erotismo, senza parlare di orgasmo, ma non di quello tangibile e corporeo indotto da una penetrazione o da una stimolazione fisica, ma di quello mentale e cerebrale. L’erotismo su cui mi soffermo spesso e volentieri, quello che impernia i racconti di Pelle di Luna, quelle pulsioni erotiche che si solleticano e si sollecitano, quei desideri che orbitano e si tuffano in un piacere sensuale, tutto ciò ha un’unica fonte da cui attinge, i Sensi.

L’orgasmo o climax o acme, è l’insieme di reazioni neuro-muscolari di natura involontaria che porta al culmine dell’eccitazione sessuale. Se si conosce alla perfezione l’orgasmo fisico, provocato da qualsiasi sollecitazione fatta al corpo, difficilmente si comprende, addirittura si ignora, l’orgasmo mentale. Quella sensazione massima di piacere che parte dalla testa inondando le zone genitali, come fosse un fiume che scorre e tracima. Sembra qualcosa di fantasy ma in realtà esiste e gli sperimentatori lo chiamano ASMR, ovvero “Autonomous Sensory Meridian Response che vuol dire risposta autonoma del meridiano sensoriale. Quando si parla di vivere la sessualità, il sesso in modo mentale, si deve pensare a quelle sensazioni che la mente stessa avverte, come ad esempio l’effetto di benessere e di euforia nello stesso istante, che porta ad un’esplosione al basso ventre con la presenza di gemiti o respiri affannati.

L’orgasmo mentale è fomentato da pensieri erotici/sessuali, da percezioni uditive o olfattive, ma anche gustative e visive. Tutto viene innescato dal pensiero e dal vagare della mente, questa miccia fa propagare una fiamma in tutto il corpo che incendia senza il bisogno di una masturbazione. Come quello fisico anche l’orgasmo mentale non è frutto di una condizione di comando ma di uno stato di trasporto e di assoluta conoscenza di sè. La mente diventa una calamita per ciò che procura piacere e lo ripropone ogni volta incitando un appagamento diffuso. Ciò che spinge a raggiungere un orgasmo mentale può essere l’osservazione di un’opera d’arte, o l’ascolto di una melodia o perfino essere protagonisti di giochi di ruolo.

I Sensi giocano un ruolo fondamentale nell’orgasmo mentale. In modo del tutto passivo senza essere provocati i Sensi trasportano la mente in una dimensione primordiale, si abbandona il senno e si ritorna a sentire quel benessere che conforta e rende vivi. L’orgasmo cerebrale sembra ricordare l’effetto del miglior stupefacente con l’unica differenza che tutto è naturale. L’esperienza virtuale di solito aiuta a stimolare questo tipo di orgasmo, dato che la concentrazione ha come fulcro la stimolazione dei Sensi.

La scienza non si è espressa a riguardo non escludendo a priori. Ci sono vari schieramenti, ma sicuramente per dare conferma andrebbero eseguiti esami con strumentazioni adatte.

Chi ha provato questo tipo di orgasmo ha ben chiaro la differenza con quello fisico. L’eccitazione e la sensazione di benessere che si provano creano in modo concreto una scossa che si irradia dal cuoio capelluto fino alla punta dei piedi, un’ondata di calore affluisce nella zona genitale, tutto diventa offuscato, il mondo si eclissa, i respiri si trasformano in mugolii, il corpo si bagna di piacere.

Alcuni penseranno che tutto è fantascienza, io rispondo: ‘Provare per credere’!!

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Gli Astri e l’eros: la riservatezza dei Pesci

Il segno zodiacale dei Pesci ha come elemento distintivo nella sfera sessuale la riservatezza. Non è per niente esibizionista o palesemente focoso, tanto da essere erroneamente considerato ‘freddo’. La passione non la centellina quando trova un partner con cui instaura un legame profondo e coinvolgente. Chi è nato sotto questo segno vive la sessualità miscelando il lato spirituale con quello fisico. La sua emotività risulta essere il suo punto debole, per questo si deve fidare completamente prima di lasciarsi andare. Il suo essere cauto affida l’iniziativa agli altri. Vuole essere guidato e preso per mano quando entra nella dimensione erotica, non ha timore di provare pratiche innovative e spingersi oltre il limite convenzionale ma l’importante è avere sicurezza e fiducia in chi lo conduce. Per i Pesci il legame intellettivo è fondamentale, per questo ogni rapporto sessuale non sarà mai occasionale. Quando allenta la sua timidezza e il suo essere esitante si trasforma in passionale e sensuale. La discrezione che caratterizza il segno dei Pesci non dissolve il volere di alcune fantasie sessuali, anzi ha una predilezione per i giochi di ruolo in particolare dove ricopre un ruolo di sottomissione. La mente, il corpo e lo spirito sono i tre elementi che devono fondersi tra di loro quando questo segno orbita libero nella sfera erotica. Quando si sente protetto dal partner si abbandona senza alzare barriere. Dal sesso si aspetta un clima comunicativo e lascivo, pronto a fargli dimenticare se stesso. La sua disponibilità diventa la sua forza, ma solo quando si sente innamorato e corrisposto dello stesso amore. Chi è di questo segno zodiacale vive il sesso come una miscela di diversi ingredienti. Oltre al fisico, allo spirito e alla mente, ciò che lo trasporta e lo rende più o meno fragile o forte sono le sensazioni emotive, spesse volte prorompenti. Sensazioni che possono o compromettere la sua sessualità o salvaguardarla e metterla in auge. A volte non si sente completamente libero di agire perché è molto critico con il suo corpo, considerandolo un’offerta a chi lo chiede quasi come se non gli appartenesse. I Pesci si dedicano molto alle situazioni sensuali più che all’atto sessuale in sè. Preferiscono giochi che fanno godere dell’emozione. A questo segno piace la condivisione e la partecipazione di chi gli è accanto, anche se lui si porta dietro la nomea dell’essere passivo. La sua passività però non è limitante, ma è una sorta di dono di se stessi al partner. La sofferenza per i Pesci è contemplata per il modo di vivere la voluttà come esaltazione viscerale.

Un Pesci non potrà mai fare sesso senza sentimento.

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Oscenità del Giudizio

Lo sguardo di Le Dritte di Simo

Con il termine Giudizio nel linguaggio comune si intende un’affermazione verbale o scritta che non ha il fine della sola constatazione di fatto ma che esprime una valutazione sulle qualità o il merito di una persona o di una cosa. La scuola insegna che i giudizi finali si basano su un rendimento dell’alunno, non certo sul carattere dell’alunno o su come lui stesso vive la vita o come vorrebbe viverla. Dare un giudizio sullo stile di una persona, sul suo vivere la vita, sui comportamenti che assume o sugli atteggiamenti che mostra, ha una derivazione religiosa. Si giudica spesse volte le scelte altrui che non seguono una direzione ‘devota’ e rispettosa della parola di Dio. Tutto ciò che contrasta viene addirittura definito peccaminoso. Quindi chi ammette l’adulterio, il divorzio, l’aborto, oppure chi fa scelte che si distanziano da quelle comune, viene accusato e diventa un bersaglio, facile, da disprezzare e condannare. Ognuno si erge a protettore di una legge sacra. Ma chi sono questi giudici? Perché il loro giudizio viene inteso come verità assoluta? L’importanza che si dona al giudizio supera qualsiasi coscienza e incatena il libero arbitrio. Gli uomini sono portati al giudizio continuo e sono anche timorosi di ricevere giudizio. La severità con cui si giudica travalica ogni limite. L’ansia da giudizio porta l’essere umano a vivere con la sensazione che l’altro lo criticherà e giudicherà qualsiasi cosa faccia, quindi evita di essere sotto il mirino di osservazione sopprimendo purtroppo la sua spontaneità e la sua libertà. Il giudizio è una lama sottile che taglia la comunicazione quotidiana di una persona piano piano e che lacera fino in profondità. Fa sanguinare e paradossalmente quel dolore che si sente lo si trasforma non in forza per migliorarsi ma in remissione e compiacimento verso chi giudica. Il senso di inadeguatezza deriva dalla persona stessa che non si sente all’altezza di una situazione o di un dire. Parte da una sfiducia in se stessi dando l’arma direttamente agli altri. Pone figuratamente e non solo la persona su un gradino inferiore, innalzando ad un livello spudoratamente superiore il cosiddetto giudice. Pensare a quanto si dà importanza a questo o a quel giudizio sulla propria persona potrebbe far reagire, oppure sottomettere. Si è così concentrati a vedere le sottomissioni in altri ambiti e biasimarle, che non ci si accorge di porre se stessi in una condizione di schiavitù nei confronti degli altri. Riflettere e agire sono le uniche azioni da compiere.

Lo sguardo di Spore Poetiche

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Denudarsi: un’azione semplice ma, al contempo, carica di emozioni. Un gesto che, nel momento in cui lo si compie, si ammanta di pensieri contrastanti capaci di soffocare la libertà di cui il gesto è portatore. La nostra società si basa sul giudizio. A prima acchito ciò è positivo. È lo stimolo che ci permette di progredire, di evolvere. Purtroppo però, il giudizio, è usato non per misurare i miglioramenti personali atti all’auto miglioramento, ma bensì per stilare classifiche in cui l’altro è un competitore. Il giudizio diviene, per cui, il metro di misura di una società competitiva. E quando la vita quotidiana si trasforma in una continua gara per surclassare l’altro, il giudizio ha vita facile nell’insinuarsi nella nostra realtà, trasformando intaccando ogni nostra sfera esistenziale. Credo sia capitato a chiunque, almeno una volta nella vita, di essersi sentito/a a disagio nell’istante in cui si apprestava a entrare in intimità con una persona capace di destabilizzargli/le i sensi. Chissà se sarò all’altezza delle sue aspettative, speriamo non noti quel brutto neo che ho sulla schiena, le mie forme/misure lo/la deluderanno? Nell’istante in cui decidiamo di metterci in gioco, svelandoci all’altra persona, il giudizio figlio di una società competitiva si presenta sull’uscio limitando la nostra libertà, soprattutto durante il sesso. Perché? Semplicemente perché il sesso è la forma più prorompente di libertà. I nostri istinti e desideri si manifestano con più ardore proprio nel momento del coito, e nella vertigine dell’amplesso, diveniamo esseri incontrollabili. Può una società in cui controllo e giudizio sono sinonimi, permettere che il caos generatore di libertà, si manifesti nella sua naturale semplicità? Credo di no, e proprio attraverso la condanna di certi atti e pratiche attraverso giudizi netti e taglienti, instilla in noi la paura. Una paura figlia del giudizio perché ci sarà sempre qualcuno/a pronta a criticare il fatto di non essere all’altezza del compito assegnato; di non conformarsi alle regole; di essere troppo alto o troppo basso; di essere gentile nei momenti sbagliati, e cattivo nei momenti meno opportuni; di sentirsi libero/a di godere della propria sessualità; e di qualsiasi altra cosa. Il giudizio è un’arma a doppio taglio perché, da un lato ci impedisce di vivere a pieno la vita seguendo il proprio istinto; e dall’altro la possiamo rivolgere verso gli altri come è stata puntata verso di noi. E se nel momento in cui mi denudo, con l’intento di spogliarmi di ogni inibizione, mi sento giudicato/a da colui a cui mi do, il rapporto che andrà a crearsi in quel momento non sarà un’unione di intenti, ma bensì uno scontro per ottenere una medaglia. La prima faccia della medaglia sarà caratterizzata dal bisogno spasmodico di essere riconosciuto/a – e per ottenerla sarò costretto/a a snaturare il mio essere. La seconda faccia rappresenterà la pura ricerca del piacere personale – un atto egoistico in cui l’altra persona si tramuta in mezzo per raggiungere l’obiettivo. Credo che il giudizio ci privi di quella naturale libertà di cui il sesso è portavoce. Con un continuo bisogno di catalogare ogni nostro gesto e pensiero, il giudizio costruisce attorno a noi gabbie da cui poi facciamo fatica a evadere. E nel mentre ci denudiamo, convinti/e di svelarci all’altro, inconsciamente indossiamo strati su strati di paure e castrazioni.

Un articolo a quattro mani, che pone l’osservazione di due blogger con stili diversi e di sesso diverso, ma con un comune denominatore: la voglia di denunciare e di far riflettere!! Andate a dare uno sguardo anche al blog di Alessandro, merita.

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Mon Privè: Cuckoldismo

Cuckoldismo o in italiano Triolismo fa parte di quelle attività sessuali considerate al di fuori della sessualità convenzionale o tradizionale. Questa pratica, come le altre affrontate fino ad ora, non è considerata con matrice patologica. Praticare attività di questa natura porta ad un giovamento e un appagamento che non intaccano negativamente il proprio benessere personale, quindi non si deve assolutamente pensare ad una condizione morbosa o patologica. Liberi da ogni preconcetto, questo modo di vivere la sessualità ha lineamenti giocosi e fantasiosi che amplificano l’intensità della vita erotica e sessuale. Se si osserva da questa prospettiva allora anche l’essere Cuckold ha il suo valore.

Nel Cuckoldismo il piacere deriva dal vedere il proprio partner fare sesso con altri. E’ una tendenza ad assecondare o incitare il tradimento del proprio partner. Potrebbe rientrare nella sfera del BDSM, dato che il partner induce l’altro ad assumere una condizione di sottomissione nel vederlo fare sesso con altri. Il Cuckold da questa situazione eccitante ne trae piacere che manifesta o solo guardando o masturbandosi o partecipando al rapporto sessuale. In questa pratica una sfaccettatura risiede nel pensare da parte del Cuckold che il tradimento viene voluto perché lui stesso non riesce a soddisfare con le sue dimensioni la partner, quindi si pone in una condizione di impotenza. Mettere in pratica questa attività sessuale non vuol dire solo giocare con il rapporto sessuale che esplica il partner, ma ci possono essere delle regole da inserire affinché il Cuckold arrivi a controllare il suo orgasmo. Ad esempio, vietare rapporti completi con la propria partner, o far indossare una cintura di castità al Cuckold per gestire il suo orgasmo, possono essere scherno di umiliazione da parte della partner. Sono esperienze sessuali che smuovono caratteristiche mentali e non solo fisiche. Infatti il Cuckoldismo, in cui si asseconda il tradimento, può essere scatenato dalla voglia del Cuckold di espiare attraverso una sofferenza una colpa latente vissuta all’interno della coppia oppure considerare la partner come oggetto sessuale da prestare a qualcuno affinché ne apprezzi la qualità. Di solito questa esperienza sessuale viene richiesta dal genere maschile ma non è escluso che potrebbe stuzzicare anche il genere femminile. La partner del Cuckold si chiama Sweet. Essere Cuckold vuol dire ritrovare o provare un intenso e profondo desiderio verso la propria partner.

Ciò che ostacola la vita di questa fantasia erotica, come quella di altre in cui c’è il coinvolgimento di più persone, è la gelosia che si insinua incatenando la libertà sessuale. La gelosia deriva da una sensazione di possesso verso la persona, senza considerare che alla base di tutte le pratiche sessuali esiste il desiderio del gioco che dovrebbe annullare qualsiasi forma di gelosia. Chi si avvicina a questa fantasia erotica può avere anche il desiderio di esorcizzare questa gelosia e quindi la paura del tradimento. Chi non è geloso allora vive questa pratica con la giusta dose di esaltazione del proibito e del segreto da condividere.

Vivere nell’ignoranza sessuale porta a considerare i tabù invalicabili.

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Le Dritte di Simo…ora!

Dopo 5 anni di Le Dritte di Simo posso dire che evolversi e maturare non è solo prerogativa della persona ma è dote anche della scrittura, del modo di esporre, dei temi e degli argomenti trattati.

Le Dritte di Simo ha avuto una crescita personale perché ogni cosa affrontata ha trovato un riscontro, positivo o negativo che sia non importa, ma sicuramente qualcosa nel tempo ha seminato. Le sfumature di chi scrive hanno colorato gli articoli. Il viaggio interiore che ha sempre suggerito Le Dritte di Simo continua, ma su piani diversi. Ora esplora piani che sono considerati tabù da una società ad impronta prettamente cattolica.

Si fa ma non si dice. Si pensa ma non si dice. Perché? Perché qualcuno potrebbe giudicare. Perché qualcuno potrebbe essere infastidito da argomenti che considera fuori luogo. Perché il farsi vedere portatore sano di integrità morale supera qualsiasi desiderio di esprimere il proprio pensiero. Tutto deve seguire uno schema in cui niente deve essere considerato ‘deviante’. La comunità gioca un ruolo di forza nelle scelte di vita, nei comportamenti e negli stili. Se prima Le Dritte di Simo si limitava a mostrare la società da un lato, quello della moda o del social, ora si esibisce come un oratore greco denunciando ciò che è scomodo per raggiungere la libertà personale. Si ha così paura di sentirsi schiavi, anche nella sfera sessuale, che non si riesce a percepire che schiavi lo si è già quando si segue la comunità in cui si vive senza fare o dire.

Cosa si penserà di me se mi espongo dicendo ciò che penso? Come potrò continuare a vivere in armonia se la società mi ‘banna’ da essa stessa? Perché dovrei palesarmi se non facendolo ho l’apprezzamento e l’approvazione della comunità? Domande che l’essere umano si pone di continuo scegliendo ovviamente la strada più facile, quella del celarsi. Diventa quasi morbosa la continua voglia di piacere agli altri, di seguire le linee guida che aprono la porta della società. Sei un bravo discepolo se abbracci pedissequamente la parola della comunità.

Vivere con la continua paura di essere considerato un essere umano non degno della società in cui ci si muove non è vita.

Le Dritte di Simo mostra un mondo in cui il pensiero e la parola hanno un significato, quello che gli dà la persona stessa che pensa e dice. Il viaggio che ora Le Dritte di Simo sta facendo e vuol far fare è spoglio da proibizioni, freni personali e sociali. Un viaggio che si libera da quei modelli che si ripetono abitualmente. Un viaggio che si denuda da qualsiasi opinione precostituita e generalizzata.

La sessualità è il primo argomento che vive di limitazioni. E’ più facile castrarsi che parlarne. E proprio per questo motivo Le Dritte di Simo abbatte ogni muro e ogni preconcetto, scrivendo, mostrando, esponendo, interagendo.

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Erotismo VS Pornografia

La sessualità è legata a ciò che si prova attraverso le amplificazioni di sensazioni fisiche e mentali a seconda di come si percepiscono. Per questo la risposta sessuale maschile è propriamente visiva ed impersonale tendente alla prestazione, mentre quella femminile è emotiva e intima tendente all’immaginario. La Pornografia risponde ad una esigenza fisica con conseguente eccitazione sessuale incentrata sui genitali. L’Erotismo soddisfa la mente prima del fisico attraverso uno scenario seduttivo.

La parola “Pornografia” proviene dal vocabolo greco “pornographos”, che significa “scritto in merito alle prostitute o rappresentare prostitute”. Quindi tutto gira intorno all’attività delle prostitute, atti espliciti legati al fisico, in particolare agli atti in cui si usano parti del corpo. In senso lato per Pornografia si intende rappresentazioni scritte, fotografiche, filmate, che abbiano un contenuto esclusivamente sessuale finalizzato all’eccitazione fisica dei fruitori.

La parola “Erotismo” deriva dal greco “erotikos” che significa “dell’amore sensuale”. In altre parole è la forma di sessualità che raccoglie manifestazioni affettive e comportamentali che fanno parte della vita sessuale e che si allontanano dal concetto di riproduzione. L’Erotismo comprende un mondo di pulsioni ed energie profonde che prescindono dal fisico ma che si legano alla mente. Anche se nell’Erotismo si hanno rappresentazioni di sesso più o meno esplicite tutto viene considerato come una forma d’arte perché il suo fine si incatena alla sfera emozionale, come può succedere quando si viene a contatto con un’opera d’arte.

Esiste un filo sottile di separazione tra Pornografia ed Erotismo ed è creato da valori culturali e regole sociali. La Pornografia, dalla società, viene recepita come troppo esplicita e per niente artistica ferendo a volte la suscettibilità sessuale. L’Erotismo è percepito come emozione, come voglia di scoprirsi interiormente e per questo viene sentito come artistico. La Pornografia mette a nudo il corpo. L’Erotismo mette a nudo l’anima.

Spesse volte l’Erotismo viene confuso con la Pornografia perché è il riflesso di una società che vive la sessualità solo con il corpo e non con l’immaginazione, perché ci si è disabituati ad usare la testa a livello sessuale e perché tutto è ormai facile da raggiungere attraverso i social o i media.

La parola che rende chiara la differenza tra Erotismo e Pornografia è “allusivo”. Nell’Erotismo tutto viene velato, tutto si intravede attraverso le parole, attraverso le immagini, portando la mente a cogliere ciò che vede e a muoversi verso ciò che non vede. La sessualità viene evocata e aumenta l’immaginazione che porta a stimolare la fantasia. Nulla di tutto questo vive nella Pornografia, dove tutto invece è mostrato. Non è una gara a scegliere l’uno o l’altro, ma avere una chiara distinzione tra i due termini e mondi porta a vivere la sessualità in modo diametralmente opposto. Nell’Erotismo si assapora il contesto. Nella Pornografia si penetra la performance. Nel primo caso ci si eccita per la situazione, nel secondo ci si eccita per la prestazione.

Nella Pornografia si ha una cristallizzazione dell’immaginario erotico, si congela qualsiasi fantasia. Nell’Erotismo l’attesa è galoppante, i pensieri e le emozioni sono dominanti. La Pornografia indebolisce il desiderio e accelera il godimento fisico attraverso stimoli visivi forti e chiari. L’Erotismo è al servizio del desiderio e gioca con luci ed ombre, stimolando i sensi e le sensazioni più profonde e intime.

Non c’è demonizzazione dell’una o dell’altra realtà, ma entrambe devono essere interpretate come due forme di vita sessuale distinte e separate.

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Gli Astri e l’eros: l’Acquario e il suo spirito libero

Lo spirito libero del segno zodiacale dell’Acquario si mostra nella sfera erotica attraverso ‘il tocco del cielo’ e di portare anche il suo partner a farlo. Vive il sesso librandosi nell’aria con sincerità e complicità. Non è facile essere il partner di un segno d’aria, ma è ancor più difficile esserlo quando il segno ha bisogno che il compagno di giochi gli scateni ciò che nasconde e protegge al suo interno. Più il suo amante ha simili caratteristiche personali più l’Acquario viene attirato e si lascia andare. Il segno dell’Acquario cerca nelle persone il sostegno alle proprie idee e al proprio modo di fare, se lo trova in qualcuno quest’ultimo diventa un compagno eccellente nella scoperta sessuale. La sua spiccata curiosità si manifesta anche nel provare a vivere l’ignoto. Più l’esperienza misteriosa si affaccia ai suoi occhi più diventa affamato. Il suo carattere bizzarro e originale attrae la gente fino a farsi trascinare dalla sua energia. Chiunque entra in contatto con il segno si sente in un vortice di emozioni ma deve mettersi d’impegno affinché il fervore dell’Acquario dia i suoi risultati. L’Acquario sceglie il partner, è lui che sceglie a chi donare il suo essere perfezionista e mai convenzionale. La parola d’ordine di chi porta questo segno è ‘eccezionale’, perché l’Acquario si sente tale e tende a circondarsi di persone che rispecchiano questa parola. Vive il sesso in modo intenso e straordinario, sfoggiando performance e prestazioni uniche. Può passare da essere freddo e scostante a caldo e passionale, tutto questo se trova terreno fertile in un senso o nell’altro. L’Acquario lascia aperta la porta della trasgressione ma solo se è certo di provare qualcosa che gli interessa e non lo mette a disagio. Per questo segno le esperienze sessuali sono tutte questioni di cervello e non di pancia. I giochi di ruolo dove la testa è impegnata rappresentano il suo spasso prediletto. La sua connotazione di essere libero lo porta a non essere abitudinario ma a sperimentare. Sotto le lenzuola la sua fama è quella di non stancarsi e di essere pronto a più round. Un instancabile giocatore. A prima vista l’Acquario potrebbe dare l’idea del riservato e del distaccato ma basta che qualcuno stimoli in lui il valore intrinseco della fantasia o della conversazione che risulta propenso a buttarsi. Non disdegna nel suo essere libero anche esperienze extra, l’importante che abbiano un godimento profondo come il sesso tantrico. La sua mente è in continuo volo, se la si frena o la si ferma si rischia di perderlo per sempre.

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Ecco cosa è Pelle di Luna

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Difficile ricordarsi com’era iniziata, o forse lo avevo rimosso perché ora l’unica cosa che avevo in mente era arrivare al luogo da lui scelto. Mi aveva detto che per lui significava qualcosa. Era un posto che aveva segnato la sua adolescenza. Uno di quei luoghi in cui riponi tanti sogni e che ti porti nel cuore per sempre. Voleva che vedessi con i suoi occhi. Voleva che osservassi attraverso i suoi occhi. Così, quando mi chiese di incontrarci la mia risposta fu subito si.

Il luogo era lacustre. Il lago che si estendeva era avvolto dalla nebbia e la superficie rispecchiava quel grigiore. L’aria fresca d’autunno giocava con la pelle e i brividi che sentii non erano dovuti solo alla leggera brezza ma erano dati dalla sua presenza. Non udii alcun rumore, ma avvertii il suo essere mascolino dall’odore. Un odore non pungente ma quel tanto da solleticare la punta del naso. Sapevo che era dietro di me. Sapevo che mi stava guardando. Non mi mossi, restai immobile e mi feci accarezzare dal suo profumo. Un fragranza fatta di note legnose mescolate a quelle di erba bagnata. I suoi sensi erano vigili ancor più dei miei. Fece un passo verso di me. Io restai ferma. Era più alto di me e mi avrebbe avvolta tutta se solo avesse voluto. Stava giocando. Voleva far alzare il mio livello di eccitazione per prendere lui il controllo. Ci riuscì. Lo slip che indossavo si stava bagnando di umori. Il mio sesso anelava il suo tocco. Con un movimento improvviso le sue mani grandi furono su di me. Il suo tocco fu leggero come una piuma, ma in maniera pretenzioso mi stava reclamando. Le sue mani avvolsero il mio seno. Quella presa mi stordì. Alzò il seno e lo strinse. Era un gesto possessivo e carnale. La mia schiena toccò il suo torace. Il mio e il suo erano due tocchi diversi eppure entrambi ci stavano incendiando. Il mio sedere tastò la sua erezione dura e vogliosa. Il desiderio di me scorreva lungo il suo corpo e sentii una delle sue mani scendere fino al mio sesso. Impadronirsene. Mi sentii sopraffatta. Il suo prendermi mi stava dividendo in piccoli frammenti. Le sue dita esperte si addentrarono tra le labbra lascive. Io stavo perdendo ogni briciolo di controllo. Lui aveva il pieno comando.

Eravamo nascosti tra gli alberi del parco, ma se qualcuno fosse passato avrebbe visto due persone vivere del loro piacere più intenso e spudorato.

La sua bramosia mi fece sentire audace, aprii le gambe e permisi alle sue dita di entrare dentro quella fessura ormai scandalosamente fradicia. Gemetti in modo focoso. La voglia sfacciata mi diede coraggio e afferrai il suo polso. Lo strinsi e lo incitai ad entrare ancora più dentro. Il suo tocco era delicato ma presente, era indagatore di ogni mia sensazione o vibrazione e capace di modulare la fame. La mia carne gli dava ciò che lui chiedeva. Quel dare e chiedere ci stava trasportando in una dimensione peccaminosa.

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Mon Privè: Lo Scambismo!

Lo Scambismo ha origini antiche. Nell’antica Grecia e nella vetusta Roma la pratica dello scambio di coppia era comune, anche se a volte punibile dalla legge. Non ci sono documenti storici che lo confermano ma sembra che questa attività sessuale fosse comune anche nell’antico impero cinese e nell’antico Egitto. Quindi quando si parla di Scambismo non si sta parlando di qualcosa fuori dal mondo, di una perversione o trasgressione nata oggi, bensì di una usanza che aveva la sua realtà e che ha anche i suoi anni sulle spalle. Negli anni Cinquanta nelle Filippine lo Scambismo prese piede fra le coppie. Negli anni Sessanta negli Stati Uniti e nei Settanta tra le comunità hippie si ha libertà nello scambio fra partner. In quegli anni giornali, riviste, libri adottano il termine Scambismo tanto da farlo diventare popolare. Oggi c’è molta curiosità su questa attività sessuale e in Europa si contano più di 600 club di scambisti. Non è del tutto sdoganato il tabù, anzi viene visto in modo negativo, quasi come se fosse un pericolo per la coppia, e i protagonisti che lo praticano vengono visti come dei ‘libertini’.

Anche per lo Scambismo si parla di pratica consensuale, entrambi i componenti della coppia sono convinti del piacere che ricevono nello scambiarsi il partner. Nessun obbligo, nessuna imposizione e consapevoli di trasformare il godimento al di fuori, in desiderio all’interno della coppia. Lo Scambismo non è un tradimento inteso alla maniera antica, ma una forma di volontà da parte di entrambi, senza gelosia e rancori. Tutto si basa sul gioco, sul vedere il proprio partner desiderato da altri e il divertirsi nel mettere alla prova il proprio piacere. Essere scambista è la massima espressione di sicurezza nella coppia. Con lo Scambismo si arriva a vivere la libertà del gioco sessuale in coppia.

Ci sono vari livelli di Scambismo a seconda di quanto si voglia giocare. Ci sono coppie che preferiscono farlo con persone a loro affini, dove l’attrazione si costruisce magari durante una cena per poi scaldare l’atmosfera in un altro luogo. Altre coppie invece si definiscono ‘convinte’, loro lo fanno in luoghi adatti, club privè, spiagge appropriate, parcheggi di macchine usati per questo fine, insomma hanno un alto grado di esibizionismo. Lo Scambismo è un gioco in cui l’adrenalina si diverte ad arrivare a livelli alti, più la mente rimane concentrata nel gioco più l’imbarazzo iniziale svanisce e il vivere liberamente la sessualità diventa l’unico obiettivo.

Lo Scambismo non ha la finalità di ravvivare la sessualità della coppia. Questa pratica, come le altre, dovrebbe avere il proposito di arricchire già la libertà sessuale che esiste nella coppia, portare ad alti vertici il proprio piacere. Più la coppia è solida più riesce a giocare con consapevolezza e sicurezza. Questi giochi sessuali non dovrebbero essere fatti per il solo senso di curiosità o per soddisfare pulsioni sessuali. La sessualità a volte non ha il valore che si merita. Essa viene vissuta in modo statico e ripetitivo, bensì dovrebbe avere una considerazione primaria. Quando si parla di queste fantasie e nel caso specifico di Scambismo si fanno mille domande. Perché lo ha chiesto? Perché mi vuole tradire? Non gli basto più? Non ha più voglia di me? Tutte domande che seminano dubbi sulla relazione di coppia. Se si vivessero il piacere e le fantasie in modo più sciolto senza mille domande tutto verrebbe preso con il giusto significato. Nulla porta rischi se non la propria testa a viverli come tali. Nello Scambismo l’essere d’accordo è la prerogativa principale, perché altrimenti sarebbe una vera e propria violenza vivere questa esperienza. Di solito lo Scambismo viene associato al Voyeurismo, il partner si eccita quando osserva l’altro nel rapporto sessuale. Questo viene detto anche Cuckoldismo, ma di questo ve ne parlerò nel prossimo capitolo di Mon Privè!

Il fascino del proibito crea eccitazione, infiamma i sensi e rende il piacere ancora più desiderabile.

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Vi presento Pelle di Luna (su Patreon)

I periodi di passaggio fanno emergere in superficie sfumature che seguono poi un loro percorso netto e definito. Di solito si parte dalla superficie per scavare in profondità, ma questa volta si ha un viaggio diverso, dal fondo si risale in superficie. Come quando si preleva dalle profondità del mare una scoperta o un tesoro inaspettato, la rivelazione di quello che viene a galla diventa la nuova visione del percorso da quel momento in poi.

Così è successo a me.

Fu quel libro che mi aiutò a portare tutto alla luce del sole. Un libro dalle tinte intense e profonde, cangianti e concise. Un racconto di una sensualità non sfacciata ma delicata ed elegante, impalpabile ma che esiste ed è presente. Non più di 115 pagine di libro in cui l’erotismo svolazza con la stessa leggerezza di un battito d’ali di farfalla. Un titolo che accarezza i sensi in modo leggiadro. Seta di Baricco mi ha portato a vedere cosa era nascosto in me, un qualcosa che esisteva ma era velato. Con lui ho tolto la patina trasparente che offuscava la percezione della consapevolezza e sicurezza erotica.

Ho camminato per arrivare a scrivere ciò che in fondo sapevo già di essere, una donna libera di esprimere se stessa nella sfera più intima che possa esserci. La sessualità, l’erotismo sono i protagonisti di un divertimento che il più delle volte viene incapsulato in retaggi e stereotipi. Vivere e/o scrivere erotismo vuol dire ballare una danza che tutti conoscono ma che solo pochi praticano. Con erotismo si intende tutto ciò che sta intorno al sesso. Le fantasie, le immagini, le voglie, i desideri, le sensazioni, le emozioni, sono tutti ingredienti principi del mondo erotico. Per toccare ogni elemento di questa realtà bisogna essere liberi di provarli e non rifiutare di ascoltarli o sentirli. La libertà di godere di un orgasmo mentale prima che fisico vuol dire riuscire a vivere l’erotismo.

Essere passionali e sapere di sesso sono le componenti che ruotano intorno alla scrittura erotica. Ogni parola diventa una immagine, ogni periodo diventa un’azione, ogni pagina diventa un’emozione. Narrare l’eros vuol dire guardarlo con la lente di ingrandimento, toccare i suoi contorni e cibarsi del suo contenuto. Nella scrittura erotica non esiste il pudore. Ogni parola, anche la più esplicita, porta con sè un valore tale da raccogliere ciò che si immagina, si percepisce e si sente, in sensazioni mentali e fisiche. Tutto è proteso a sentirsi liberi di viaggiare in un mondo giocoso fatto di libertà e di livelli. Come quando si vede un’onda, si aspetta che ci travolga, che ci sconvolga, ma mentre la vediamo avvicinarsi siamo così elettrizzati ed euforici che ci andiamo incontro e ci buttiamo con il timore di essere trasportati via ma con il desiderio di vivere lo smarrimento, la possibile insicurezza di quello che potrebbe accadere e la spudoratezza di volere quell’ebbrezza che sappiamo ci trascinerà.

Per dare un quadro di scrittura erotica, Pelle di Luna (http://www.patreon.com/pellediluna) vi regala questo stralcio.

Lui non solo aveva capito cosa io volessi, cosa la mia mente e il mio corpo desiderassero. Ma sembrava conoscesse ogni mia piccola voglia, perché si muoveva sul mio corpo come un corso d’acqua che si muove sulla superficie terrestre guidato dalla forza di gravità. Lui era la mia forza di gravità ed io ero il Suo campo di gravitazione. Lui mi portava dove egli stesso decideva. Io seguivo il Suo moto, perché la mia mente e il mio corpo erano inevitabilmente in balia Sua. Lui, portandomi al climax per due volte in due modi differenti, non solo mi aveva esplorata come un viaggiatore fa con un luogo che visita, ma si era appropriato di quello che avevo intimamente nascosto, quella parte di me che chiamavo dark room. La dark room era una dimensione che mi faceva sentire libera di essere e di vivere il piacere e il sesso in modo del tutto disinibito, indipendente e a tratti indecente. La mia lussuria sessuale ed erotica si manifestò ai miei occhi in modo graduale. Non fu una doccia fredda, perché io stessa avevo sempre percepito una sorta di innata predisposizione. Lui, invece, se ne accorse subito. Aveva avuto il sentore, dalle prime battute, che dentro potesse ribollirmi il sangue e ne ebbe conferma appena mi mise le mani addosso e dentro. Lui era un uomo dal temperamento dominante e dal carisma sensuale.

Respiravo a pieni polmoni, mi aveva rubato l’aria insieme ai liquidi che avevo in corpo. Si rialzò e si distanziò da me. Cosa stava facendo? Perché ora l’ossigeno sembrava ancor meno di prima?